martedì 29 settembre 2015

Scuola. La "Riforma". La Gelmini "cancella" i licei classici e lo studio del Latino: la nuova mappa delle superiori

La Gelmini "cancella" i licei classici e lo studio del Latino: la nuova mappa delle superioriA distanza di 5 anni cambia la mappa delle scelte degli studenti. Più lingue straniere.



A cinque anni dall'avvio della riforma Gelmini è possibile fare un primo bilancio sugli iscritti al superiore: i dati pubblicati venerdì scorso, mettono in luce un panorama dei licei completamente diverso da cinque anni prima. I licei classici perdono dal 2009/2010 (ultimo anno prima della riforma Gelmini) al 2015/2016 il 44 per cento degli iscritti e vengono praticamente dimezzati.
Fino al 2009 gli iscritti ai classici erano sempre aumentati. Con i classici perdono iscritti anche i licei scientifici "tradizionali" (quelli con il Latino). In altre parole, gli studenti delle superiori che studiano il Latino, dopo la riforma Gelmini, si è ridotto notevolmente perché gli scientifici ad indirizzo sportivo e delle Scienze applicate (senza Latino nel curriculum) hanno avuto un boom. E gli ex magistrali (ora delle Scienze umane) hanno il Latino solo al biennio.


Sono oltre 180mila gli studenti delle superiori che hanno dribblato lo studio del Latino in cinque anni. Meno Latino ma più lingue straniere: i licei linguistici, che rappresentano oggi la seconda scelta per i licei, con tutto il comparto delle scienze umane e dei licei musicali/coreutici hanno raddoppiato gli iscritti. E gli artistici vantano un incremento di iscritti pari ad un quarto: più 23 per cento. Prima della riforma Gelmini, più di uno studente su TRE delle superiori (oltre 960mila) si cimentavano con declinazioni e versioni. Dopo la riforma il loro numero si è ridotto al 30 per cento scarso, con 181mila adepti in meno. E ritorna l'antico dibattito sull'utilità del Latino. Tecnici e professionali tengono, ma vedono calare leggermente gli iscritti, i primi, e aumentare gli iscritti i secondi. L'obiettivo della riforma Gelmini era quello di invertire la tendenza sul crollo di iscrizioni nei tecnici e nei professionali. Ma, a distanza di 5 anni, sembra avere fallito.

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