domenica 28 giugno 2015

Roberta Pinotti a In mezz'ora: "Servono più soldi, abbiamo bisogno di più Difesa". Il ministro accoglie la richiesta del Comandante Abdalla.

Più soldi alla Difesa per aiutare i curdi nella lotta all'Isis, faro puntato sul rischio terrorismo che arriva dai Balcani e rinnovo della missione dei militari italiani nel controllo degli obiettivi sensibili del nostro Paese. Sono i tre punti che emergono dall'intervista del ministro della Difesa Roberta Pinotti a In Mezz'ora, trasmissione di Rai Tre condotta da Lucia Annunziata.

PINOTTIIl ministro è intervenuto confrontandosi con il comandante curda di Ypj, l'Unità di difesa delle donne, Nessrin Abdalla. Abdalla ha chiesto un maggiore impegno all'Italia nella fornitura di armamenti per il contrasto all'Isis: "Raccolgo sicuramente questa richiesta, ne ho parlato con il Generale Allen perché non c'è dubbio che la situazione della Siria in questo momento è la più difficile", ha detto il ministro della Difesa.
Per far fronte a questa richiesta però occorrono maggiori risorse economiche: le spese per la difesa diminuiscono "in generale, ma in Italia lo fanno in modo particolare - dice il ministro è giusto tagliare la duplicazione degli assetti, ma serve dire con chiarezza che sotto un certo limite non si può andare e che le risorse vanno date: abbiamo bisogno di più difesa" anche alla luce dei rischi legati alla minaccia del terrorismo. Il ministro riconosce anche che si tratta "di un tema sensibile che va spiegato all'opinione pubblica". E assicura che nel governo, al riguardo, "non ci sono divisioni, mi sono sentita molto sostenuta e aiutata" dagli altri ministri.

Sul fronte terrorismo Pinotti assicura che l'attenzione del nostro Paese è rivolta non solo agli arrivi dalla Libia, ma anche dai Balcani perché da lì "è molto più semplice" arrivare in Italia "che da altrove. Noi che abbiamo un numero significativo di militari in Kosovo non l'abbiamo diminuito" anche alla luce di questa consapevolezza. "Sappiamo non da oggi che c'è un fronte nell'Adriatico" e "che la zona non diventi esportatrice di insicurezza è un punto messo a fuoco nell'ultimo anno".
Il ministro ha anche annunciato che il numero "significativo di militari impegnato a controllare gli obiettivi sensibili" è una misura "che credo debba diventare sistemica. Sicuramente fino a quando il rischio" di attentati "non andrà scemando" e "non sarà conclusa la battaglia con lo Stato islamico".

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