venerdì 28 novembre 2014

«Non temere il proprio tempo è un problema di spazio»


ESC - Eccedi, Sottrai, Crea
Un decennio di autogestione, riappropriazione e conflitto. Il collettivo Esc compie dieci anni e invita gli spazi sociali a discutere del ruolo dei Centri Sociali al tempo della crisi. Il programma completo di "TEN • 28/29 NOV • 10 ANNI DI ESC"
Esc compie dieci anni. Così ci presentavamo al momento dell’occupazione:
Esc, eccedi sottrai crea, è un spazio occupato da studenti, dottorandi, ricercatori, precari. Un’occupazione, quindi un pezzo di felicità strappato alla speculazione. Un’occupazione, quindi uno spazio autogestito, forma di vita e sfera pubblica autonoma, recalcitrante nei confronti della democrazia delegata e della rappresentanza politica. L’unica forma democratica amata e praticata da Esc è la democrazia del «Tumulto».
Il conflitto, intelligente, refrattario al ghetto e alle logiche tribali, è il linguaggio in uso. Esc è un’interfaccia tra Università e Metropoli. Per un verso la Metropoli e suoi flussi produttivi diffusi hanno sostituito la vecchia fabbrica fordista, mettendo al lavoro l’intera società, confondendo tempo di vita e tempo di produzione, rendendo inservibili le vecchie bussole del conflitto sociale. Per l’altro la conoscenza, l’innovazione, il linguaggio sono diventati principale risorsa produttiva. Tutto questo rende l’Università e il suo bacino un terreno non più separato dalla produzione di valore. Il confine tra Università e Metropoli sfuma, si fa sempre meno rigido. Dentro questo mutamento prende vita Esc.
Sin dalla sua nascita, Esc ha fatto della metropoli il luogo privilegiato della sperimentazione politica, un campo di battaglia e uno spazio da reinventare. Essere interfaccia tra l’Università e la Metropoli significava agire sulla sua linea di confine, spazializzando le pratiche di resistenza e di autoformazione che attraversavano le aule universitarie. Eccedi Sottrai Crea, non era e non è il rinvio a una pratica astratta, ma un concreto invito a trasformare la lotta politica in attività di reinvenzione radicale dello spazio urbano. A considerare la prassi politica come attività propriamente creativa.
Esc si è collocato all’interno di quella nobile linea di continuità – una continuità certamente discontinua – tracciata dalle tante generazioni di centri sociali che animano, in lungo e in largo, la città di Roma. Una città che deve orgogliosamente riconoscersi in questo dato, di essere la capitale europea delle occupazioni e dell’autogestione. E partendo da ciò, assumere che il violento attacco messo in campo in questi ultimi mesi contro gli spazi sociali è un attacco alle stesse condizioni di libertà della vita in comune.
I centri sociali devono avere oggi la capacità di difendere il patrimonio di lavoro politico, di produzione culturale alternativa, di attraversamento sociale dei territori, accumulato nel corso della loro esperienza e, nello stesso tempo, andare oltre sé stessi. Le reti e le coalizioni nate negli ultimi tempi dimostrano che questa sfida è realizzabile. I centri sociali possono trasformarsi, insieme, in Comuni urbane e in Camere del lavoro autonomo e precario: divenire luoghi di ricomposizione politica del lavoro precario e sfruttato, del non lavoro, dei non sindacalizzati e, insieme, basi di organizzazione del mutualismo e della solidarietà attiva nei quartieri impoveriti dalla crisi, dalla privatizzazione dei servizi e dalla finanziarizzazione delle risorse comuni.
Le lotte per i commons, la sperimentazione di pratiche dell'“inappropriabile” e dell’accesso comune ai servizi e ai beni, devono intrecciarsi con le lotte per la liberazione dallo sfruttamento del lavoro - è questa la vera portata del claim «diritto alla città».
Solo così possiamo riporre la questione delle periferie romane, esplosa con tanto clamore nel discorso pubblico e mediatico, su un piano verticale, individuando cioè il vero nemico.
Lotte contro lo spossessamento e lotte contro lo sfruttamento sono due facce della stessa medaglia: a noi spetta il compito di unificarle.
Per questa ragione invitiamo le esperienze di autogestione e occupazione della città di Roma e di molte altre città italiane a discutere di questi temi venerdì 28 novembre alle 18. E a festeggiare, con noi, i nostri dieci anni.
Esc - Eccedi, Sottrai, Crea
Foto di Tano D'Amico

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