venerdì 28 novembre 2014

Legge di stabilità, dalla Ue nessuna bocciatura per l'Italia. Ma entro marzo Bruxelles chiede "un piccolo sforzo in più"


Nessuna bocciatura, come da previsioni. Ma da Bruxelles non arriva neppure una promozione.

JUNCKER RENZISuperato lo scoglio del 2014, infatti, entro la prossima Primavera l'Italia dovrà darsi molto da fare sia sulle riforme promesse, sia sull'aggiustamento dei conti, dato "il rischio di una significativa deviazione" degli obiettivi di bilancio stabiliti per il 2015, o meglio "dell'aggiustamento del cammino verso gli obiettivi di medio termine", ossia verso il pareggio di bilancio e l'abbattimento del debito pubblico. Le riforme sono quelle note (dal lavoro alla giustizia, ma nel calderone ci sono anche le privatizzazioni). Per i conti, volendo fare una stima approssimativa, l'aggiustamento richiesto al governo Renzi per la fine del prossimo anno potrebbe variare dai 10 ai 18 miliardi. "Un piccolo sforzo in più deve essere chiesto all'Italia. Sul debito questa esigenza è marcata", si è limitato a dire il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici.

È questa, in sintesi, la tanto attesa pagella della Commissione europea sulla legge di stabilità italiana. Il bilancio 2015 è "a rischio di non conformità" alle regole fissate dal Patto di stabilità e di crescita. Pertanto l'esecutivo Ue chiede all'Italia "di adottare le misure necessarie nell’ambito della procedura nazionale di bilancio al fine di garantire che il bilancio 2015 sia conforme al patto". Come da attese, la manovra del governo Renzi non riceve né una bocciatura, né una promozione. Il giudizio definitivo è sospeso, a inizio marzo 2015, quando la "Commissione valuterà la situazione in seguito all’approvazione della legge di bilancio e delle previste specifiche del programma di riforme strutturali" annunciate dal ministro Padoan nella lettera del 21 novembre. L'Italia, ricorda la Commissione, si è impegnata "ai più alti livelli di governo ad adottare e attuare entro i primi mesi del 2015 riforme strutturali favorevoli alla crescita che dovrebbero avere un impatto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio termine".
La Commissione è del parere che "l'Italia ha compiuto progressi per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni fiscali emanate dal Consiglio nel quadro del semestre europeo 2014 , ma invita le autorità a compiere ulteriori progressi". In questo contesto , "le politiche volte a favorire le prospettive di crescita , mantenendo la spesa primaria corrente sotto stretto controllo e aumentando l'efficienza complessiva della spesa pubblica, nonché le privatizzazioni previste, dovrebbero contribuire a riportare il rapporto debito-Pil su un percorso di discesa coerente con la norma sul debito nei prossimi anni".
Cosa rischia l'Italia se non produce quel "piccolo" o "marcato" aggiustamento richiesto e non mantiene fede agli impegni sulle riforme? Nei suoi documenti, la Commissione non lo dice con chiarezza, ma si limita a ricordare i rischi, ossia l'apertura di due procedure, una per squilibri macroeconomici e una per deficit eccessivo.
Da Berlino intanto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble invita tutti i Paesi a rispettare le regole di bilancio, aggiungendo però che occorre anche mostrare solidarietà con i paesi in difficoltà. "Tutti noi - ha Schaeuble a radio Deutschlandfunk - dobbiamo essere sicuri di rispettare le regole di bilancio". Tuttavia ciascun paese ha "la responsabilità comune di assicurare una ripresa delle crescita economica". "Sappiamo - ha aggiunto - che alcuni dei nostri partner più importanti sono attualmente in una situazione più difficile della nostra. Sappiamo che serve una responsabilità comune e che dobbiamo dimostrare solidarietà".

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