mercoledì 26 novembre 2014

Il Messico, il Venezuela e la ‘libera stampa’ del capitale.

Un’ennesima dimostrazione di quanto sia distorto, parziale e venduto ai poteri forti il sistema informativo mondiale può essere tratta da come esso dia conto delle situazioni esistenti in taluni Paesi latinoamericani. Prendiamo ad esempio il Messico e il Venezuela.

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Fabio Marcelli Giurista internazionale

Il primo (Messico) è dipinto come una success story economica. E ci mancherebbe. Seguono da molti anni alla lettera le ricette del Washington Consensus e hanno stipulato un Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti e il Canada (Nafta). Come potrebbero non andare a gonfie vele dal punto di vista economico? Tanto più che uno dei prodotti più redditizi su cui si basa questo “miracolo economico” è la cocaina. Un prodotto (pari sembra al 40% del Pil) che tira come pochi. Violazioni dei diritti umani: non pervenute. Eppure la strage di Iguala, con sei studenti uccisi e quarantasei fatti sparire, è solo la punta di un enorme iceberg di sangue, torture ed oppressione. Si parla, assumendo come data di partenza proprio l’entrata in vigore del Nafta, avvenuta il 1° gennaio 1994, di centoventimila morti e cinquantamila desaparecidos in venti anni. Il secondo (Venezuela) invece, secondo la stampa al soldo della finanza internazionale è costantemente alle soglie del tracollo economico. Si tratterebbe inoltre di un regime tirannico che reprime le opposizioni. Si noti che i quaranta morti che si sarebbero avuti in occasione delle manifestazioni di febbraio includono molti sostenitori del governo chavista. Sarebbe inoltre interessante sapere quale governo sedicente democratico occidentale sarebbe disposto a tollerare passivamente manifestazioni violente come quelle poste in atto dall’opposizione venezuelana. In realtà, a cominciare da quello di Washington, tollerano molto meno.
Il vero “crimine del governo venezuelano”, e di altri, è com’è noto quello di opporsi alle logiche neoliberiste dominanti secondo le quali per garantire il benessere del popolo bisogna lasciar fare ai mercati. I poteri forti non hanno digerito l’opposizione del Venezuela e di altri all’estensione del Nafta su scala continentale, mentre il trattato in questione produceva eccelsi benefici al popolo messicano.

Sono passati vent’anni e il Narcostato messicano, controllato oramai completamente da politici corrotti e narcotrafficanti mafiosi in combutta tra loro, rappresenta la dimostrazione di dove portano le politiche neoliberiste quando sono pienamente lasciate libere di produrre i loro effetti. La strage di Iguala, con l’annientamento, dopo tortura, di cinquanta giovani colpevoli solo di chiedere un Messico e un mondo diverso ha visto appunto la complicità di politici locali corrotti, delle “forze dell’ordine” e delle bande dei narcotrafficanti. Ottimo sistema davvero per liberarsi dell’opposizione sociale. Un modello quindi, per le situazioni dove la criminalità organizzata, sostenuta dall’ideologia neoliberista e forte di una poderosa base finanziaria, tende a farsi Stato. Al nesso fra libero commercio, violenza, impunità e violazione dei diritti dei popoli è stata dedicata la recente sessione del Tribunale internazionale dei popoli che si è conclusa ieri a Città del Messico e di cui riferisce Luciana Castellina sul manifesto di oggi.
Ora che il popolo messicano si ribella contro la sua situazione di morte, oppressione e sfruttamento, i “paladini dei diritti umani” a senso unico sempre pronti a strepitare a ogni smorfia di disgusto di Yoani Sanchez e a ogni lamento della borghesia venezolana disumanamente privata della sua carta igienica preferita, volgono lo sguardo dall’altra parte.
Forse perché i danni irrimediabili prodotti dal capitalismo alla messicana e cioè dilagare della criminalità mafiosa, massacri, sparizioni, torture, impunità, fine della sovranità alimentare, contaminazione ambientale, privatizzazioni selvagge, fine dell’istruzione gratuita, disoccupazione crescente e precarietà del lavoro sono gli stessi che questo sistema dominante produce anche in altre parti del pianeta, Italia compresa. E quindi si tratta di una pubblicità davvero pessima per questo sistema. I pennivendoli ne prendono atto e tacciono senza vergogna. Ai popoli il compito di smascherare i bugiardi e di preparare, diffondendo la verità, le condizioni per la propria liberazione.

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