giovedì 27 marzo 2014

L'offerta "magica" di Parnasi


valerio renzi
Ieri presentato in pompa magna il progetto per il nuovo stadio della Roma, il primo costruito grazie alla legge vergogna sugli stadi approvata dal governo Letta. In prima fila con Jim Pallotta il Sindaco Marino, la Goldman Sachs, ma soprattutto l'enfant prodige del mattone romano Luca Parnasi.
Sorgerà a Tor di Valle il nuovo stadio di proprietà della As Roma. Ieri la presentazione in “diretta mondiale” dalla protomoteca del Campidoglio, tra mezzi busti di eroi risorgimentali e lo sfondo dei Fori Imperiali bagnati da un velo di pioggia. A sollevare il telo dal plastico il presidente venuto dall’America “Jim” Pallotta assieme a Ignazio Marino e al costruttore capitolino Luca Parnasi. In prima fila le bandiere di ieri, Falcao e Conti, e di oggi, De Rossi e Totti.

Dopo anni di progetti e false partenze dovrebbe essere questa la volta buona, anche se sono ancora tanti i punti interrogativi nel progetto del nuovo stadio che, promettono Marino e Pallotta sarà pronto per il campionato 2016/2017. Un’operazione resa possibile grazie al così detto “decreto stadi”, inserito nel patto di stabilità approvato dal governo Letta lo scorso dicembre, che di fatto permette di edificare attorno agli impianti sportivi un surplus considerevole di servizi e case. Un decreto che il primo cittadino della Capitale ha detto di sposare in toto, ma che ha sollevato numerose critiche all’interno dello stesso Partito democratico e da parte delle associazioni ambientaliste e per la tutela del paesaggio.
Il nuovo stadio giallorosso sorgerà sopra l’ippodromo di Tor di Valle (ricordate Febbre da Cavallo?), in crisi irreversibile, la cui area sta per passare di mano per arrivare a Parnasi a un prezzo stracciato rispetto all’operazione di valorizzazione immobiliare annunciata. Lasciando da parte la struttura stessa dell’ippodromo, opera d’architettura moderna di un certo valore storico, tutta l’area circostante, incuneata in un’ansa del Tevere, è sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici tali che, a far fede al piano regolatore generale, risulterebbe inedificabile. Ma si sa che quando si tratta di costruire una scappatoia, soprattutto a Roma, si trova sempre e di certo non interessa la richiesta di dar vita ad un parco naturale nell’area avanzata da Legambiente e WWF. Ignazio Marino ha invece, contro ogni evidenza, sottolineato come si tratti di un progetto di “rigenerazione urbana” e non di nuove cubature di cemento, mentre l’assessore all’urbanistica Giovanni Caudo è stato più cauto, rivendicando il ruolo di garante degli interessi collettivi che deve avere l’amministrazione e la concertazione dell’opera con la cittadinanza. Tra un paio di settimane il progetto definitivo dovrebbe essere depositato agli uffici del Campidoglio, da questo momento secondo la nuova normativa entro 90 giorni l’amministrazione deve dare il suo via libera.
La cordata economico/finanziaria messa insieme da Pallotta è di tutto rispetto, sullo stadio arriveranno i soldi della Disney, della Nike, di Goldman Sachs che ha sostituito la nostrana Unicredit, che ha anche proprietaria di una quota significativa della Roma. Il progetto, tutto a capitale privato, dovrebbe venire a costare all’incirca un miliardo di euro, di cui trecentomilioni direttamente nella struttura dello stadio attorno a cui sorgerà un vero e proprio mall, punti vendita di merchandising, negozi di vario genere, uffici. “Una vera e propria nuova centralità”, l’ha definita Caudo, mentre Marino assicurava che il via libera al progetto arriverà dopo la certezza di un intervento significativo garantito dai privati sulla mobilità dell’asse sud ovest di Roma tra l’Eur e Fiumicino.
Lo stadio che, come ha spiegato l’architetto Dan Maies sarà ispirato ai grandi monumenti dell’antica Roma a cominciare dal Colosseo, non ha ancora un nome ma sicuramente porta impresso il sigillo di chi più di tutti ha inseguito il progetto: il giovane delfino del mattone Luca Parnasi. Trentacinque anni e già protagonista del mercato immobiliare romano, dopo aver ereditato un piccolo impero dal padre Sandro, con i soldi della Bnl ha edificato interi nuovi quartieri adiacenti all’Eur. Sempre da quelle parti tra l’Eur e il Torrino ha tirato su il così detto EuroSky, due torri di centoventi piani ancora per metà vuote..Proprio qui la Provincia di Roma, all’epoca guidata da Nicola Zingaretti, si è impegnata a trasferire, a caro prezzo, i suoi uffici disfacendosi sul mercato di altri immobili. Luca Parnasi lo danno vicino al centrosinistra, non rinuncia però a cercare “agganci” politici in ogni schieramento. Mentre costruisce villini e case nell’hinterland della Capitale lo scoperto della Parsitalia si aggira attorno ai 400 milioni e, nonostante il credito di cui gode negli ambienti finanziari, l’operazione orchestrata con Jim Pallotta sembra fondamentale per il futuro del gruppo.

*da il Manifesto 27.03.2014

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