venerdì 28 febbraio 2014

I fallimenti di Padoan? Sono strepitose vittorie dell’élite

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I giornali, tolti alcuni più fedeli a Renzi e alla Merkel, si diffondono in esempi di clamorosi fallimenti del nuovo ministro dell’economia come economista. Citano le sue marcatamente erronee previsioni, ripetute, sulla fine della crisi. Citano la sua fedeltà al principio della austerità fiscale e quello bella alta pressione tributaria, fedeltà che resiste all’evidenza del fallimento di questi due principi che stanno, nel mondo reale, producendo effetti contrari a quelli che dovevano produrre. Cioè più indebitamento, più deficit, più recessione. Citano Paul Krugman, che di lui dice che la sua regola è: bisogna colpire l’economia finché non si riprende. Lo dipingono, insomma, come un dogmatico ottuso che rifiuta di vedere i fatti, cioè come un perfetto cretino. Io però non credo che Padoan sia un cretino. Non credo nemmeno che sia un economista fallito, perché si può parlare di fallimento dei principi che egli propugna e difende soltanto se si guarda ai loro effetti dal punto di vista dell’interesse della popolazione generale, non dal punto di vista dell’interesse dell’élite.
È vero che la loro applicazione ha prodotto un impoverimento generale, ma è anche vero che ha prodotto un arricchimento dei vertici della società. Un Krugmanarricchimento in termini sia di ricchezza economica che di potere politico sulla popolazione generale. Un gigantesco trasferimento economico dal basso verso la punta della piramide. Ha consentito una profonda ristrutturazione dei rapporti giuridici e sociali in favore delle classi dominanti a livello globale. Ma ha anche fatto gli interessi della classe dominante italiana, della cosiddetta casta, una classe parassitaria che deriva sia il suo benessere economico che la sua capacità di mantenere la poltrona dalla quantità di risorse che riesce a prendere al resto della popolazione. E le prende attraverso le tasse, perlopiù. I principi economici portati avanti da Padoan aumentano la pressione tributaria, aumentano le risorse che tale classe riesce a prendere per sé. Quindi vanno bene per la casta.

Una testa, un voto: solo nel proporzionale c’è democrazia

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Nell’esperienza italiana, il proporzionale è la democrazia. Lo è sempre stato, del resto. Quando esistevano davvero dei democratici, le loro rivendicazioni fondamentali erano: suffragio universale e sistema proporzionale. Non era un metodo elettorale come un altro, ma una civiltà. Significava opporsi al sistema dei notabili, dei maggiorenti che si riunivano al Circolo dei Nobili, nella Loggia massonica o nell’ufficio del Prefetto, e designavano il candidato per il collegio, che avrebbe ottenuto il consenso dei possidenti e il sostegno delle autorità. Una minoranza che si trasformava in maggioranza escludendo le classi popolari o riducendo ai minimi termini la loro rappresentanza. Era la rivendicazione naturale dei partiti popolari con una visione nazionale (o anche internazionale) che andasse oltre la ristretta dimensione localistica, contro la piccola politica ridotta a pura gestione di clientele e favori nel proprio collegio.
Nell’unica occasione in cui nel Regno d’Italia si votò con il proporzionale, imposto nel 1919 dalla situazione postbellica, dall’ingresso forzato delle Berlusconi-Renzimasse nella vita dello Stato e voluto anche dall’unico presidente del consiglio che si fosse autodefinito “democratico”, Francesco Saverio Nitti, il mondo rivelato da quelle elezioni sovvertiva tutte le raffigurazioni ufficiali e usuali. Era un’Italia in cui socialisti e cattolici erano la maggioranza del paese, e i liberali una minoranza. Contro quel mondo venne mossa una guerra dura e spietata, sanguinosa, e la conquista del proporzionale venne presto schiacciata. Ma va ricordato che nelle elezioni del 1924 con la fascistissima legge Acerbo entrarono comunque in Parlamento il Psu con 5,90% e 24 deputati, il Psi, 5,03%, 22 deputati e il Pcd’I, col 3,74% e 19 deputati. Ai reazionari seri importava prendere a tutti i costi il premio di maggioranza (con le buone e soprattutto con le cattive) ma non c’erano le soglie di sbarramento all’8% o al 12% del bipolarismo straccione del nostro tempo.

L’unanimità del Pd

La vignetta del giorno: L’unanimità del Pd

Omosessualità: Felice chi è diverso, l’anacronistico docufilm di Amelio

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Gianni AmelioFelice chi è diverso. Già dal titolo Gianni Amelio lascia non poche perplessità riguardo alla sua ultima fatica cinematografica, visto il tema trattato. Diverso? Andare a demarcare la diversità in un documentario che racconta la storia di chi ha vissuto il peso della discriminazione sessuale può risultare un’ulteriore pugnalata verso chi, per anni, si è sentito un “invertito”, un “capovolto”, un “diverso”, per l’appunto.
C’è da fare un passo indietro allora, andando a pescare una tra le più belle poesie di Sandro Penna, solo così si può afferrare il senso dietro al titolo: “Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune”, un estratto pronunciato all’interno del film dall’intramontabile Paolo Poli, icona senza tempo che Amelio ha voluto tra le sue testimonianze. Ma sorge il dubbio di chi, tra il pubblico “medio”, davanti a un documento del genere vada oltre il significato letterale del titolo, quello che aggiunge un ulteriore muro tra la “normalità” e “l’anomalia”. Troppe virgolette a mio avviso, in questo articolo, come nel film.
Presentata nella sezione Panorama dello scorso Festival di Berlino, la pellicola arriverà al cinema dal prossimo 6 marzo, in quante sale è ancora da decidere.

Pornografia online, il tuo piacere chiuso in un click

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Milioni di euro, milioni di appassionati e curiosi in tutto il mondo: il business del sesso in rete non conosce crisi. Nel frattempo c'è chi piange: è crollato il mercato dei DVD, chiusi i cinema a luci rosse e finite le grandi produzioni hard. Tutto è chiuso dentro al pc di casa

Il menu di lato è fondamentale, consente di non perdere tempo nella scelta. Amatoriale, bionde, transessuali, mature, all’aperto, bisessuali. E ancora, e oltre, in alcuni casi con termini incomprensibili ai più. Tra questi però, ne manca uno: Manwin. Molto, o quasi, nasce da queste sei lettere, dietro di loro si cela una società informatica con 700 dipendenti, presente in tre diversi continenti e con un fatturato stimato intorno ai 150 milioni di dollari. Ma soprattutto, in grado di tracciare e indirizzare oltre 15 milioni di utenti al giorno. Un numero enorme, ma non difficile quando si parla di sesso. Manwin è infatti proprietaria dei siti YouPorn, Pornhub, Tube8, XTube, ExtremeTube, JuicyBoys, Wbcams, KeezMovies e SpankWire. Esattamente coloro i quali offrono tra i più ricchi menù hard presenti in Internet. Un’azienda che all’interno del suo sito ha addirittura un’area dedicata alla social responsability, con interventi a favore dell’ambiente e, ovviamente, della libertà d’espressione.
Chi c’è dietro la holding finanziaria

L’acqua pubblica sbarca a Bruxelles

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di Corrado Oddi, da il manifesto, 26 febbraio 2014

Lunedì 17 feb­braio Com­mis­sione e Par­la­mento euro­peo hanno audito i pro­mo­tori dell’Ice («Ini­zia­tiva dei Cit­ta­dini Euro­pei per l’acqua pub­blica»). Più di tre­cento per­sone in rap­pre­sen­tanza del sin­da­cato euro­peo dei ser­vizi pub­blici e della rete euro­pea per l’acqua e, soprat­tutto, del milione e 700.000 cit­ta­dini euro­pei che hanno sot­to­scritto l’Ice, hanno “invaso” l’aula del Par­la­mento, dando anche visi­va­mente l’idea della dimen­sione con­ti­nen­tale del movi­mento per l’acqua. Il dibat­tito è stato impe­gnato e par­te­ci­pato. Salvo veri­fi­care la totale assenza degli euro­par­la­men­tari del nostro paese.

Un dato ulte­rior­mente aggra­vato dal fatto che siamo l’unico paese che ha svolto una con­sul­ta­zione refe­ren­da­ria sul tema dell’acqua. A mag­gior ragione dopo quest’appuntamento, ora la Com­mis­sione è inve­stita di una respon­sa­bi­lità assai signi­fi­ca­tiva. Attorno al 20 marzo dovrà pro­nun­ciarsi sulle richie­ste avan­zate con l’Ice. Si chiede che Bru­xel­les inverta il suo orien­ta­mento di fondo — anche come parte della troika — a favore delle poli­ti­che di pri­va­tiz­za­zione dei ser­vizi pub­blici, a par­tire dai paesi sot­to­po­sti alle pro­ce­dure di rien­tro dal debito pubblico.

Apriscatole: SalvaRoma, colpa nostra? NO, coltellata del PD a Ignazio Marino!

Di nuovo in azione la task force di Renzi, quella addetta alle coltellate alle spalle. Stavolta, la vittima designata è il sindaco romano Ignazio Marino, che con l'avvento dei giovani renziani ha perso ogni protezione politica e probabilmente presto perderà il posto.

 

Salvaroma annullato.pngLo si lascia a braghe calate sul decreto Salvaroma, niente soldi alla Capitale e tieniti i debiti. Ma stavolta, la task force sta furbamente accusando il MoVimento 5 Stelle, spacciato per leghista e antiRoma su tutte le solite gazzette.
Ma noi abbiamo le prove che si tratta di una manovra ben progettata dal PD. Eccole.
Già l'altro ieri, la maggioranza sapeva e aveva deciso che il "Salva Roma" sarebbe decaduto. Una decisione che non è avvenuta presso le sedi competenti ma, evidentemente, attraverso accordi presi nei corridoi del Palazzo. Ai deputati della Commissione Affari Sociali arriva infatti, a tarda sera e via sms, la convocazione per la mattina dopo per la discussione di atti parlamentari che non erano in programma, come, ad esempio, la discussione della cosiddetta "delega fiscale".
L'aggiunta in aula di un provvedimento piazzato senza preavviso (Delega Fiscale), dimostra che invece il ritiro era già stato già deciso e la messa in scena del Ministro Boschi è stata una recita di basso livello propagandistico: la Ministra ha dichiarato pubblicamente che la causa del ritiro è l'ostruzionismo del M5S... quando noi non avevamo fatto ancora neppure un intervento!
Continuano le frottole, insomma, e continuano le coltellate e le polpette avvelenate tra piddini. Chi sarà la prossima vittima?

LINUX: TRE UTILI APPLICAZIONI PER CREARE PENDRIVE USB DI MICROSOFT WINDOWS

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tre utili applicazioni per creare pendrive USB di Microsoft WindowsIn questa guida vi presentiamo tre utili applicazioni per creare pendrive USB di Microsoft Windows XP, 7 e 8.
In questi anni abbiamo presentato molte applicazioni dedicate alla gestione, ripristino del sistema ecc in grado di supportare anche Microsoft Windows.
Difatti molti utenti ed aziende scelgono soluzioni Linux per ripristinare Microsoft Windows, dalla correzione de Master Boot Record, al recupero di file, alla scansione e rimozione di virus, malware, ecc. Per Linux troviamo anche diverse applicazioni in grado di creare pendrive USB di Windows in maniera tale da poter installare il sistema operativo di Microsoft ad esempio su un personal computer che non dispone di un lettore CD / DVD.

Come la Nato ha scavato sotto l'Ucraina

Manlio Dinucci | Il manifesto

25/02/2014

«Ben scavato, vecchia talpa!»: così Marx descriveva il lavoro preparatorio della rivoluzione a metà Ottocento. La stessa immagine può essere usata oggi, in senso rovesciato, per decrivere l'operazione condotta dalla Nato in Ucraina.

Essa inizia quando nel 1991, dopo il Patto di Varsavia, si disgrega anche l'Unione Sovietica: al posto di un unico stato se ne formano quindici, tra cui l'Ucraina. Gli Stati Uniti e gli alleati europei si muovono subito per trarre il massimo vantaggio dalla nuova situazione geopolitica. Nel 1999 la Nato demolisce con la guerra la Federazione Iugoslava, stato che avrebbe potuto ostacolare la sua espansione a Est, e ingloba i primi paesi dell'ex Patto di Varsavia: Polonia, Repubblica ceca e Ungheria. Quindi, nel 2004 e 2009, si estende a Estonia, Lettonia, Lituania (già parte dell'Urss); Bulgaria, Romania, Slovacchia; Slovenia e Croazia (repubbliche della ex Iugoslavia) e Albania.

L'Ucraina - il cui territorio di oltre 600mila km2 fa da cuscinetto tra Nato e Russia ed è attraversato dai corridoi energetici tra Russia e Ue - resta invece autonoma. Entra però a far parte del «Consiglio di cooperazione nord-atlantica» e, nel 1994, della «Partnership per la pace», contribuendo alle operazioni di «peacekeeping» nei Balcani.

L’apocalittico Martin Schulz, il Dollaro risorto e l’Euro da liquidare

http://www2.rifondazione.it
di Domenico Moro – Marx21.it -

L’apocalittico Martin Schulz, il Dollaro risorto e l’Euro da liquidareSull’inserto domenicale del Sole24ore del 16 febbraio è apparso un articolo di Martin Schultz sull’euro e sull’Europa, tratto da un suo libro recentemente tradotto in Italia. Schultz è uno dei massimi dirigenti socialdemocratici tedeschi ed è stato presidente del gruppo al Parlamento europeo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici, emanazione del Partito socialista europeo (Pse). Alle prossime elezioni europee sarà il candidato presidente della Commissione europea del Pse, al quale il Pd di Renzi ha chiesto di aderire a pieno titolo.
Secondo quanto dice Schultz nell’articolo in questione, siamo arrivati ad un bivio: o si prosegue con l’integrazione europea o si imbocca la strada della rinazionalizzazione ovvero dell’abbandono dell’Unione Europea. Schultz vede quest’ultima prospettiva come fumo negli occhi. In primo luogo, si tratterebbe di una prospettiva antistorica, in quanto “Nessuno Stato si può sottrarre alla storia mondiale”.
Per storia mondiale Schultz intende la globalizzazione ed i suoi processi. In secondo luogo, il socialdemocratico tedesco ritiene che i Paesi fuori dalla Ue e dall’euro non se la passino meglio di quelli che stanno all’interno. L’esempio su cui si sofferma è quello della Gran Bretagna, che “Pur non avendo introdotto l’euro né approvato il Fiscal compact, versa in difficoltà più gravi di quelle della maggior parte degli stati Ue. Dal 2008 è tartassata dalla recessione, dall’eccessivo indebitamento e da alti tassi di disoccupazione.”

Scuola: tante proposte M5S. Ma la maggioranza con noi non dialoga...

M5S Commissione Cultura a Mira: scuole.png

Lo scattante neo Presidente del Consiglio è in visita a Treviso, dove visiterà delle scuole. Ovviamente il clamoroso evento viene seguito urbi et orbi da i media, che non possono permettersi di perdere neppure per un attimo della giornata dell'ultimo salvatore della Patria.



www.parlamentari5stelle.it All'inizio dell'anno i nostri deputati in commissione Cultura avevano fatto la stessa cosa, ma senza codazzi di giornalisti: sono andati a Mira, poco distante da Treviso, dove hanno potuto constatare la situazione di grave disagio legata alla mancata pulizia nelle scuole a causa dei tagli attuati dal Governo Letta nel Decreto del Fare.
Sono gli stessi deputati che hanno scoperto e denunciato il taglio allo stipendio degli insegnanti, che con le loro proposte hanno ottenuto alcuni risultati positivi per il comparto dell'istruzione, ma che si sono sentiti dire di "no" dal Pd e dagli altri partiti di maggioranza a tante iniziative utili per studenti, insegnanti e ricercatori.
Tanto per far capire chi è che non avanza proposte e non è disposto al dialogo, elenchiamo solo alcune delle proposte alle quali il partito di Renzi e la maggioranza hanno chiuso la porta in faccia:

locomondo - odysseia

Bollette della luce, la trasparenza non è di casa per gli italiani.

Anche la moglie dell'ad di Enel si lamenta con il marito per la complessità della fatturazione. In attesa di una rivoluzione, attesa da decenni, i clienti si confrontano con due realtà: nel mercato tutelato ci sono troppi dettagli, nel libero troppi pochi.

BolletteBollette della luce incomprensibili, composte da pagine su pagine per nulla trasparenti e diciture poco chiare. A pensarla così è addirittura la moglie dell’amministratore delegato dell’Enel, la più grande azienda elettrica italiana. “La signora Conti – ha, infatti, riferito Fulvio Conti, parlando in un’audizione davanti alla Commissione Attività produttive della Camera lo scorso 20 febbraio – si lamenta spesso con me a causa della complessità della bolletta”. E al marito non è restato che darle pubblicamente ragione, dicendosi d’accordo sulla complessità della lettura del conto, soprattutto facendo riferimento alle fatture dei clienti del mercato tutelato.
Del resto quello che accade alla famiglia Conti è comune a quasi tutti gli italiani che, all’arrivo della fattura a casa, cercano anche di impegnarsi nella lettura della bolletta, ma con scarsi risultati. Difficile in effetti districarsi tra “oneri generali” con le voci A3, A4, A5 e A2 che si riferiscono alla promozione delle energie da fonti rinnovabili, al mantenimento dei regimi speciali tariffari, ai contributi per ricerca e sviluppo e al contributo per lo smantellamento delle centrali nucleari, “imposte”, “servizi di rete” e “servizi di vendita”, vale a dire le quattro voci di spesa che compongono la bolletta dell’energia in maggior tutela. Tanto che – secondo un’indagine di Facile.it – solo il 2% degli intervistati “capisce cosa legge”, 7 clienti su 100 sono rassegnati in partenza, pagandola e basta, mentre la restante fetta dei consumatori dà un’occhiata veloce all’importo solo quando è insolitamente salato.

PD. Tangenti Sesto, Cassazione conferma la prescrizione per Filippo Penati.

PenatiAll’ex numero uno della Provincia di Milano era stato imputato un presunto giro di mazzette legate alla riqualificazione delle ex aree industriali Falck e Marelli, tangenti incassate - in base all’accusa - all’epoca in cui era il sindaco di Sesto San Giovanni in cambio della concessione di permessi edilizi sui terreni.


E’ caduta la coltre della prescrizione sulle accuse più pesanti nei confronti di Filippo Penati mosse in uno dei filoni dell’inchiesta sulle tangenti del cosiddetto “Sistema Sesto“. Il non luogo a procedere per prescrizione nei confronti dell’esponente del Pd è diventato definitivo con il sigillo della Cassazione, nonostante lo stesso Penati avesse presentato ricorso – al fine di essere giudicato nel processo – contro la sentenza del 22 maggio scorso del tribunale dei Monza, che lo proscioglieva. All’ex numero uno della Provincia di Milano era stato imputato un presunto giro di mazzette legate alla riqualificazione delle ex aree industriali Falck e Marelli, tangenti incassate – in base all’accusa – all’epoca in cui era il sindaco di Sesto San Giovanni in cambio della concessione di permessi edilizi sui terreni.
L’intervenuta modifica legislativa della legge anti corruzione aveva accorciato i termini di prescrizione per il reato di concussione e il tribunale in mancanza di un atto formale di rinuncia da parte dell’imputato, aveva dichiarato l’estinzione del reato. Una decisione quella di Monza con la quale hanno concordato gli “ermellini”. La sesta sezione penale della Cassazione, presieduta oggi da Tito Garribba, ha ritenuto “inammissibile” il ricorso. “Celebrare il processo mi avrebbe consentito di difendermi e dimostrare la mia innocenza. Contro di me ci sono solo menzogne, ed io non intendo fermarmi”, ha subito commentato Penati.

Contro il proibizionismo, contro il narcocapitalismo, costruiamo l'indipendenza

Questo testo vuole essere una presa di parola comune di noi, comunità sociali dei Centri sociali e degli spazi liberati, per riprendere il dibattito e l'iniziativa politica al livello imposto dalla crisi di sistema in corso: o sei soluzione o non sei.
Contro il proibizionismo, contro il narcocapitalismo,  costruiamo l'indipendenza!

Partiamo da un dato. La presenza delle droghe non può essere eliminata dalla società: si tratta di un'evidenza non italiana, ma chiaramente globale, come viene dimostrato dai cambiamenti legislativi introdotti in Paesi anche più proibizionisti e capitalisti (pensiamo al Colorado) che registrano questo fenomeno e lo agiscono in favore di un ritorno economico . Invece nella retrograda Italia, almeno negli ultimi anni, abbiamo visto come è stata affrontata la questione delle sostanze stupefacenti: marginalizzazione, etichettamento e carcerizzazione.
Il proibizionismo ha fallito e difenderlo significa solo due cose: essere poliziotti o tutelare l’interesse delle tante mafie, spesso ben inserite e colluse con i poteri politici

roma- 27/2 un segnale forte e chiaro

Roma 27/2. "Un segnale forte e chiaro"
Ieri pomeriggio i movimenti per il diritto all'abitare sono tornati al Campidoglio con un corteo di 10mila persone che, partendo dalla Piramide Cestia occupata da 3 giorni, è arrivato nel centro di Roma mentre sindaco e governo erano alle prese con beghe di palazzo distanti anni luce dalle reali necessità della città.

Roberto Scialabba. Un ricordo per rendergli giustizia



Roberto Scialabba. Un ricordo per rendergli giustizia



Il 28 febbraio del 1978 un commando dei fascisti dei Nar uccideva a Roma il compagno Roberto Scialabba. Oggi a Roma un corteo lo ricorderà per le strade del quartiere di Cinecittà e verrà realizzato un murales per Roberto. Sabato scorso migliaia di persone avevano sfilato per le strade di Montesacro per ricordare invece Valerio Verbano, ucciso dai fascisti il 22 febbraio del 1980.

Disoccupazione ancora in su, 12,9% Un milione di occupati in meno dal 2008


I DATI ISTAT Il tasso di disoccupazione giovanile schizza al 42,4%, l’inflazione frena.

Ansa

E’ il peggior dato dall’inizio della crisi: il tasso di disoccupazione in Italia a gennaio è balzato al 12,9%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su dicembre e di 1,1 su base annua, mentre nella media dei Paesi Ue resta al 12%. I disoccupati sfiorano i 3,3 milioni nel 2013, + 13,4% rispetto all’anno precedente, incremento che «interessa entrambe le componenti di genere e tutte le ripartizioni».Lo rileva l’Istat (dati provvisori), che sottolinea che si tratta del tasso più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Immediato il commento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su Twitter: «La disoccupazione è al 12,9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct #lavoltabuona».

corriere.it 
I GIOVANI - Sale anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), balzando al 42,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,0 punti nel confronto con l’anno precedente . Nel 2013 gli occupati sono diminuiti di 478 mila (-2,1%) rispetto al 2012, ovvero di quasi mezzo milione.Tra il 2008 e il 2013, gli anni della crisi, si contano 984 mila occupati in meno, ovvero quasi un milione. Solo tra il 2012 e il 2013 l’occupazione italiana cala di 500 mila unità, con un calo del tasso di occupazione dal 60,6% del 2012 al 58,1% del 2013.

Salva Roma, venerdì il decreto in Consiglio dei ministri. Ma è gelo tra Marino e Renzi: il sindaco cambi tono


Prima lo scontro acceso, poi prove di disgelo e, a metà pomeriggio, l'annuncio tanto sperato dal sindaco Marino. "Domani (venerdì) il decreto Salva Roma va in Consiglio dei ministri e verrà approvato" annuncia il premier Renzi alla direzione del Pd. Ma non risparmia una stoccata al sindaco della Capitale: "Preoccupazioni comprensibili, ma ha usato toni inaccettabili". E subito dopo scoppia l'ira del Carroccio: "Capeggeremo una discesa a Roma degli amministratori locali", promette il segretario federale del Carroccio, "Ignazio Marino è di un'arroganza e supponenza che lascia senza parole: blocchi la città perchè non ti regalano 500 milioni di euro? E gli altri 8mila sindaci che dovrebbero fare? Se Renzi riporterà in votazione un altro Salva-Roma, la Lega non farà opposizione: farà la guerra" è il siluro leghista su Radio 105.

"Il decreto sarà approvato nelle prossime 24 ore" promette palazzo Chigi ma è ancora alta la tensione attorno al provvedimento d'urgenza del governo prima abolito poi riesumato dopo un giorno di trattative serrate. Serve alla Capitale per scongiurare il suo default, una boccata d'ossigeno per i disastrati conti capitolini dopo la doccia fredda del ritiro, ieri, del provvedimento per l'ostruzionismo di Lega e M5S, e lo sfogo veemente del sindaco dei romani diffuso stamattina su tutti i mezzi di comunicazione. "Da domenica blocco la città. Le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani invece no" aveva esordito il primo cittadino in un'intervista a 'Mix24'.

Ministro dell'Istruzione, Giannini: "Prof malpagati e poco motivati". E rilancia l'uguaglianza tra scuole private e pubbliche


I docenti. Per il ministro la sfida vera "è praticare con i fatti che gli insegnanti siano figura fondamentale nella società, non solo all'interno della scuola: questo significa revisione di un contratto che è mortificante. Non solo perché pagato poco ma anche perché non ha meccanismi premiali". Non è un contratto che, vista la delicatezza e l'importanza del compito, "premia il merito" e "valorizza la fascia di insegnanti che si impegnano, che si aggiornano o che sopperiscono a carenze". Occorre "più autonomia e responsabilità agli istituti per premiare i molti che fanno un lavoro straordinario che è rimasto in ombra".

giovedì 27 febbraio 2014

Il blitz contro di noi, per il quale hanno scelto Renzi

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Ora la lista la conosciamo si può fare qualche previsione. Il primo 50% dei ministeri è “senza portafoglio”, così come il restante 50%. Il portafoglio ce l’ha solo chi comanda, ovvero Piercarlo “il dolore è efficace” Padoan, che non ha neanche giurato subito assieme agli altri ministri. È rimasto in Australia, dove stava lavorando al G20 per l’Ocse, caso mai qualcuno non avesse chiaro quali siano le priorità. Giurerà più tardi con comodo, quando deciderà lui. Comunque tutto questo è coreografia, quello che conta è che Padoan è lì per fare quello che lui sa che deve esser fatto, come dicono anche Rehn e Visco (e Draghi). Cosa accadrà ora? La pressione fiscale probabilmente è arrivata al limite, non si può spremere oltre. Certamente c’è da mettere in conto che preparino una qualche forma di patrimoniale, ma il bersaglio grosso ora dovrebbe essere la legislazione del lavoro.
Questo è un punto fondamentale, perchè disarticolare completamente i brandelli di diritto del lavoro residui realizzerà uno scenario che anche nel zombie blitzcaso di evoluzioni future ora imprevedibili renderà disponibili per molti anni grossi volumi di mano d’opera a buon mercato utilizzabile quasi senza vincoli, con dei costi molto più convenienti anche rispetto alla schiavitù, come spiegava qui “Gz” qualche giorno fa. C’è da aspettarsi qualcosa di simile a un blitz, un po’ come hanno fatto per l’operazione BdI. Renzi non ha nemici interni e ha le spalle coperte dalla cosca finanziaria internazionale e dai media (ogni giorno intervistano Davide Serra su quotidiani o radio, stamattina su Radio1 alle 7.30, ad esempio). Non appena si è ripreso dal brutto quarto d’ora che ha passato, lo stesso Bersani ha rilasciato un’intervista in cui raccomanda a tutti di votare la fiducia al governo, per sgombrare il campo da equivoci. Sa che mettersi di traverso è pericoloso, vedendo come “loro” hanno condotto la “guerra dei sei giorni”: hanno fatto a pezzi Letta e messo in un angolo Napolitano (che sembrava un semidio fino a un mese fa) senza il minimo tentennamento.

Odifreddi: nepotismo e squallore, la Madia ministro

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Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del Porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di «portare in dote la propria inesperienza». In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoritismo, come dovrebbe.
In Parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Vetroni e MadiaBerlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà. Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col Porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere.

Le (presunte) virtù salvifiche della riduzione del cuneo fiscale

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di Guglielmo Forges Davanzati

E’ da almeno un decennio che i Governi che si sono succeduti in Italia hanno ritenuto di poter creare le condizioni per la crescita economica riducendo il c.d. cuneo fiscale, ovvero la differenza fra salario lordo e salario netto. E, nell’ultimo Rapporto OCSE (Going for growth), questa misura è fortemente raccomandata per accrescere la competitività delle imprese italiane. Pare, insomma, che la riduzione del cuneo fiscale abbia virtù salvifiche. 

Occorre innanzitutto chiarire che il cuneo fiscale, in Italia, non è esageratamente alto, o comunque non è a livelli talmente “fuori norma” da legittimare l’assoluta priorità della sua riduzione. Su fonte OCSE, si registra che la differenza fra retribuzioni lorde e nette è pari, nel nostro Paese, al 47.6%, inferiore a quella registrata in Belgio, Francia, Germania, Ungheria e Austria, ma superiore alla media dei Paesi industrializzati (pari al 35.6%). In merito alla sua riduzione – sulla quale sembra esserci un consenso pressoché unanime – occorre rilevare alcune criticità.

Per ciò che è dato sapere al momento, la riduzione del cuneo fiscale sarà di importo consistente e dovrà essere finanziato – secondo il responsabile per l’economia del PD, Filippo Taddei – con tagli di spese nell’ordine degli 8-10 miliardi. Qui sorgono tre problemi. 

Richard Falk alle Nazioni Unite: "Basta con l'apartheid israeliano contro i palestinesi"

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Richard Falk alle Nazioni Unite: "Basta con l'apartheid israeliano contro i palestinesi"
La relazione finale di Richard Falk alle Nazioni Unite raccomanda il divieto di importare prodotti provenienti dalle colonie israeliane come forma di pressione e sanzione verso Israele per la sua politica di apartheid contro la popolazione palestinese.

«Attraverso l'occupazione prolungata, con pratiche e politiche che configurano un sistema di apartheid e di segregazione, la continua espansione degli insediamenti, e la prosecuzione nella costruzione del muro che mira verosimilmente all'annessione de facto di parti del territorio palestinese occupato, il rifiuto da parte di Israele del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese è evidente».

Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi, ha dichiarato che i diritti dei palestinesi sono violati dalla prolungata occupazione israeliana dei territori palestinesi e dalla pulizia etnica di Gerusalemme est.

A Gerusalemme Est, la « revoca dei permessi di residenza» e «lo sfratto forzato di famiglie palestinesi», così come la demolizione mirata di case palestinesi, equivalgono a un «graduale processo burocratico di pulizia etnica», scrive Falk.

Contratto scaduto per due dipendenti su tre

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In Italia due lavoratori dipendenti su tre sono al lavoro con contratti scaduti. Lo ha certificato l'Istat che nel mese di gennaio ha conteggiato 8,5 milioni di persone al lavoro con intese scadute: dai commessi agli statali, passando per le segretarie degli studi professionali. Una cifra così alta non si registrava dall'inizio del 2008, ovvero da sei anni. 

Al contrario, risultano titolari di un contratto al passo con i tempi solo 4,4 milioni, poco più della metà di chi è in attesa di un rinnovo. E da dicembre 2013 a gennaio lo scarto si è fatto sentire, con ben cinque scadenze a fronte di un solo recepimento. Ecco che la quota di chi è in attesa è balzata dal 48,9% al 66,2%, tradotta in cifre assolute l'impennata corrisponde ad oltre due milioni di persone. 

Sono ben 51 ad oggi i contratti scaduti, di cui 15 riferibili alla Pa, su cui pesa il blocco della contrattazione. Per quattro accordi (circa 500mila dipendenti interessati) si dovrebbe però essere in dirittura d'arrivo, visto che a febbraio sono state ratificate le ipotesi d'intesa (tessili, pelli e cuoio, gas e acqua e turismo-strutture ricettive). 

Comunque i lavoratori che aspettano continuerebbero a viaggiare intorno agli 8 milioni, una quota ancora molto alta (fino a dicembre ci si aggirava sui 6 milioni). D'altra parte con lo scoccare del nuovo anno sono decaduti diversi accordi, dal servizio smaltimento rifiuti alla Rai. Ma a fare la differenza è stato il contratto del commercio, che regola l'attivita' di circa due milioni di persone. 

Lo sbarramento al 3% è incostituzionale

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La Corte costituzionale boccia la soglia fissata nella legge elettorale per le europee
Potranno fare finta di niente il par­la­mento e il governo ita­liani? Forse sì, appel­lan­dosi alla (pre­sunta) man­canza dei tempi tec­nici neces­sari. Ma la sen­tenza di ieri della Corte costi­tu­zio­nale tede­sca è desti­nata a fare discu­tere anche da noi, per­ché la noti­zia è di quelle che pesano: i giu­dici di Karl­sruhe hanno dichia­rato inco­sti­tu­zio­nale la soglia di sbar­ra­mento al 3% nella legge elet­to­rale per le euro­pee in vigore nel loro Paese.
I cit­ta­dini della Repub­blica fede­rale, per­tanto, vote­ranno il 25 mag­gio con un sistema pro­por­zio­nale «puris­simo». Ben diverso da quello che abbiamo in Ita­lia, che Bar­bara Spi­nelli ha defi­nito con ragione un euro­por­cel­lum: un pro­por­zio­nale appa­rente, per­ché vani­fi­cato da una soglia del 4%, intro­dotta in fretta e furia da Pd e Ber­lu­sconi 5 anni fa, con lo scopo dichia­rato (e poi rag­giunto) di far fuori le forze minori. Come le due liste di sini­stra — Prc/Pdci e Sini­stra e Libertà — che alle euro­pee del 2009 otten­nero rispet­ti­va­mente il 3,4% e il 3,1%, restando senza rappresentanza.

LE 6 MIGLIORI ALTERNATIVE A WHATSAPP

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In questo articolo andremo ad analizzare 6 validi servizi di messaggistica istantanea in grado di offriva un'alternativa più sicura a WhatsApp.

WhatsApp
L'acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook ha portato diverse discussioni riguardanti soprattutto a cosa ne sarà del famoso servizio di messaggistica istantanea ora che è in mano al noto social network visto anche i recenti scandali di dati sensibili venduti a governi ecc. Facebook grazie a WhatsApp può avere a disposizione la rubrica di oltre 450 milioni di utenti, dati che fanno gola a molti governi, ecc e che possono essere a nostra insaputa venduti al miglio acquirente. Per questo motivo molti utenti stanno cercano valide alternative più sicure a Facebook WhatsApp, una soluzione potrebbe arrivare da 6 ottimi servizi che andremo a presentare in questo articolo.

1- Telegram 

L'Audio della presentazione del monitoraggio elettromagnetico a Campagnano

Monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico sul Territorio di Campagnano di Roma
Presentazione da parte dell'ARPALAZIO
risultati della 1° fase delle attività
27 febbraio ore 16.00 Sala del Consiglio Comunale  

Nord di Roma. BRACCIANO, PROCESSO DI PRATO GIARDINO: LE PARTI CIVILI NON SONO AMMESSE, PER ORA

logo Salviamo Bracciano 26 febbraio 2014: Dopo due ore e mezza di camera di consiglio, ieri i giudici del tribunale di Civitavecchia hanno respinto la richiesta di costituzione di parte civile dell’Associazione Salviamo Bracciano nel processo contro il cantiere sequestrato di Prato Giardino, dove compaiono 8 imputati, tra costruttori e tecnici, funzionari e dirigenti comunali.
Il processo prende il nome dall’ area pubblica, il “prato-giardino” con giochi per bambini, garantita dal piano regolatore,  e situata in uno dei rari belvedere sul lago, ora sostituito da una lottizzazione di tre mastodontici palazzi rosa salmone, ricoperta di asfalto, privata del gran numero di querce e altri alberi secolari preesistenti. Il panorama copre anche la vista del celebre castello.  I  palazzi contestati  risultano inoltre oggetto di abusi edilizi mirati ad ampliarne la volumetria già di per sé eccessiva, dato il luogo. Le conseguenze stanno provocando gravi ripercussioni idrogeologiche nell’area sottostante (smottamenti , allagamenti, pericolo per l’incolumità di persone e mezzi sulla viabilità).  Il complesso residenziale insiste anche sul cimitero, senza rispettarne le distanze.