venerdì 28 giugno 2013

Siria, tre francescani decapitati da Al Nusra Trovati 16 corpi torturati a morte a Damasco

I monaci sono stati giustiziati dopo un processo sommario in cui sono stati accusati di "essere al soldo del regime".  Dura la condanna di Riad al Assad, uno dei capi militari dell'Esercito siriano libero (Esl): "Non hanno nulla a che fare con noi né con il popolo".

Siria, tre francescani decapitati da Al Nusra Trovati 16 corpi torturati a morte a Damasco
repubblica.it
DAMASCO - Tre monaci francescani del convento di Ghassanieh, in Siria, sono stati decapitati dal Fronte Al Nusra, dopo un processo sommario nel quale sono stati accusati di "essere al soldo del regime". Lo scrive Radio France International, affermando che il gruppo di jihadisti ha pubblicato il video dell'esecuzione sul web.

Il 24 giugno padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, riferendo le parole del suo ministro regionale della Siria, padre Halim Noujaim, aveva raccontato la razzia del giorno prima da parte di un gruppo di ribelli che entrato nel convento di Ghassanieh lo aveva prima spogliato di tutto e poi distrutto. Nel raid, recitava il comunicato, "i ribelli avevano anche ucciso un eremita cattolico, padre Francois, che era rifugiato nel convento".

Rfi ha precisato. Nel raid del 23 i jihadisti hanno rapito tre religiosi, tra i quali anche padre Francois, e qualche giorno dopo hanno messo in piedi un vero e proprio 'processo', accusando i religiosi di essere "al soldo del regime" perché "nell'agenda di uno di loro compariva il numero di un militare dell'esercito siriano". I tre sono stati anche accusati di aver favorito il trasporto di armi e munizioni per conto del regime.

Sono stati 'condannati' e decapitati.

Dura la reazione del generale Riad al Assad, uno dei capi militari dell'Esercito siriano libero (Esl), che condannando fermamente il fatto, ha subito dichiarato: "Questi gruppi estremisti non hanno nulla a che fare con la religione musulmana né con il popolo siriano".

Torture. In un ospedale di Damasco sono stati trovati i corpi di 16 uomini torturati a morte dalle forze di sicurezza siriane e sono stati consegnati alle loro famiglie, tutte della vicina località di Harasta. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, spiegando che non è chiaro quando i 16 siano stati uccisi. Harasta è una delle roccaforti dei ribelli nei pressi di Damasco e da settimane è sotto un duro attacco da parte delle forze del regime, che mirano a 'bonificare' i dintorni della capitale.

Armi chimiche.
'Le Monde' conferma l'uso di gas sarin da parte delle forze di Bashar Assad contro i ribelli in Siria. Sul suo sito web, la testata francese riporta il risultato finale dell'analisi di campioni raccolti da giornalisti a Damasco e nella regione. L'esito conferma la contaminazione di tre vittime dei combattimenti con la sostanza, altamente tossica e considerata arma chimica. La ricerca, condotta su sangue, urine, capelli e abiti, spiega 'Le Monde' è l'ulteriore conferma ai risultati resi pubblici il 4 giugno dal ministro degli Affari esteri francese, Laurent Fabius, e dalla stessa testata.

Sciiti contro sunniti: guerra religiosa regionale. Il ministro iracheno degli affari esteri, Hoshyar Zebari, ha ammesso oggi che miliziani sciiti iracheni stanno partecipando ai combattimenti in Siria al fianco delle truppe governative di Bashar al Assad. In un colloquio con il quotidiano arabo al Hayat, il capo della diplomazia di Baghdad ha commentato: "Non nego che combattenti sciiti iracheni stanno partecipando ai combattimenti in Siria, come fanno i sunniti delle monarchie del Golfo. Ma questo non è sintomatico di alcuna politica del governo iracheno".

L'opposizione siriana aveva ripetutamente denunciato la presenza di miliziani iracheni, al fianco dei combattenti sciiti del movimento libanese Hezbollah, che hanno avuto un ruolo decisivo nella riconquista del nodo strategico di Qusayr da parte delle truppe rimaste fedeli ad Assad.

Ribelli riprendono Daraa. I ribelli siriani, che avanzano dal confine giordano, hano espugnato una strategica postazione dell'esercito nella città di Daraa. Lo ha reso noto l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. "Hanno conquistato due edifici che le forze del regime usavano per tenere sorvegliata la città", ha spiegato il direttore, Rami Abdel Rahman. "E' la postazione più importante conquistata a Daraa: la provincia potrebbe fare da canale per far fluire le armi che arrivano dalla Giordania nella provincia di Damasco".

L'aiuto della Cia.
Il 'Los Angeles Times' ha riferito la scorsa settimana che la Cia e le forze speciali statunitensi stanno addestrando i ribelli siriani in Giordania e in Turchia. L'addestramento, che riguarda tra l'altro l'uso di armi anti-carro e anti-aereo, sarebbe dunque ben precedente all'annuncio della Casa bianca di voler fornire armi ai ribelli. L'avanzata dei ribelli siriani ha coinciso con l'intensificarsi dei bombardamenti dell'esercito sulle aree ribelli della provincia di Daraa (bombardamento che, secondo l'Osservatorio, ha causato la morte di 4 donne e altrettanti bambini). A Damasco, giovedì, invece sono rimaste uccise cinque persone in un quartiere abitato prevalentemente da cristiani, nel cuore della capitale.

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