mercoledì 26 giugno 2013

Lungo incontro Letta-Berlusconi: intesa su rinvio Iva a settembre

Il colloquio a Palazzo Chigi è durato tre ore. Nessuno strappo ma il Cavaliere ha chiesto risultati, in primo luogo sui temi economici. Il premier soddisfatto. Ufficialmente non si è parlato di giustizia








ROMA - Un colloquio di oltre tre ore, definito "cordiale e positivo", tra Enrico Letta e Silvio Berlusconi sembra aver fugato, almeno per ora, le ombre che si addensavano sul governo delle larghe intese dopo la condanna a sette anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta in primo grado al Cavaliere nel processo Ruby. Ufficialmente il presidente del Consiglio e il leader del Pdl hanno parlato di economia in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì.

Ma non è escluso che durante la lunga cena sia stato affrontato anche il tema della giustizia. Quello che filtra da fonti governative è che c'è intesa su Iva e lavoro, su misure saranno varate domani in Consiglio dei ministri. L'aumento dell'Iva sarà congelato fino a settembre, con la possibilità di un ulteriore rinvio a dicembre in sede di conversione. La polemica mattutina del ministro Brunetta ("No al solo rinvio, è una presa in giro") fa parte della stategia berlusconiana: i 'falchi' del partito all'attacco su tutto e il leader che interviene a fare il 'pompiere'.

Le stesse fonti riferiscono che Letta è soddisfatto di come è andato il colloquio. A chi ha avuto modo di parlargli al termine dell'incontro il premier ha detto che è andata bene, è stata una buona discussione sull'Europa, sul tetto del 3% e sul rilancio dell'economia e anche la lunghezza dell'incontro pare dimostrare che non c'è volontà di rompere. Più caute le fonti del Pdl. L'impressione è che si voglia tenere alta la pressione sul governo.

Nessuno strappo da parte del Pdl, dunque, ma nemmeno una strada tutta in discesa per il governo. Il faccia a faccia a Palazzo Chigi, cui hanno partecipato Angelino Alfano e Gianni Letta, viene descritto sì come cordiale, ma anche franco, con momenti di chiarimento su alcuni nodi, a cominciare dai temi economici. Stando alle indiscrezioni, l'ex premier ha tenuto il punto sostenendo che il Pdl non può arretrare su alcune misure ritenute ineludibili, contenute nel programma elettorale sul quale il Cavaliere ha ottenuto milioni di voti. Attendiamo i fatti, avrebbe ribadito Berlusconi. E i fatti arrivano. Letta ha esposto al suo predecessore il provvedimento sull'Iva che sarà all'esame del Cdm di domani, confermando un primo rinvio dell'aumento a settembre e con la possibilità di un ulteriore rinvio alla fine dell'anno. Via libera anche al piano occupazione, pure all'ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri di domani mattina.

Di certo, fanno presente varie fonti, non c'è da parte di Berlusconi la volontà di mettere la parola fine al governo, ma il Cavaliere ha anche l'esigenza di "placare" le diverse anime del partito, in fibrillazione dopo la sentenza di condanna sul processo Ruby e sempre più tentate dallo staccare la spina all'esecutivo. Per questo ha ribadito la richiesta di ottenere risultati chiari in Europa e varare le misure per la ripresa dell'economia.

Berlusconi, dunque, anche grazie al lavoro di mediazione svolto da Gianni Letta e Alfano, non ha tirato la corda come invece gli avevano chiesto di fare i 'falchi', ma non si è spinto nemmeno oltre nel garantire l'appoggio incondizionato del suo partito all'esecutivo: servono fatti, la gente vuole risposte, è il refrain dell'ex premier che attende Letta al banco di prova del vertice Ue del 27 e 28 e del Cdm di domani. Conferme non ce ne sono, ma a ufficiale, ma appare difficile che il Cavaliere non si sia lamentato degli ultimi sviluppi delle sue vicende giudiziarie. Di certo con i vertici del suo partito anche oggi è tornato a rammaricarsi per la mancanza di una presa di posizione politica da parte del premier e anche del Colle.

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