lunedì 30 aprile 2012

Londra: Coop boicotteranno merci prodotte nelle colonie d'Israele
Il Co-operative Group, il quinto più grande rivenditore della Gran Bretagna, ha deciso di boicottare i rivenditori che producono le merci nelle colonie israeliane della Cisgiordania. Nena News ha intervistato la coordinatrice della campagna BDS nel Regno Unito.
* Al-Jiftlik (Valle del Giordano), 30 aprile 2012, Nena News

“E’ un passo molto importante, una grande conquista per il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) in Gran Bretagna. Ora non resta che continuare la lotta”. Natalie Philips, co-coordinatrice della campagna per porre fine al commercio agricolo con Israele si dichiara positiva e soddisfatta per i risultati ottenuti – ero appena atterrata all’aeroporto Ben Gurion, mi stavano interrogando, quando ho ricevuto la bella notizia”.

In Svizzera 50 miliardi evasi: Monti non li vuole incassare

Monti
soldi sono lì, a portata di mano, facili da incassare. E tutti in una volta, senza stare a racimolare un miliardo qua e uno là tra accise sulla benzina e i blitz utili, e spettacolari, come quello di ieri della Guardia di Finanza negli agriturismi in vista del ponte del Primo maggio. Nelle casse delle banche svizzere si stima ci siano almeno 150 miliardi di euro degli evasori italiani e lo Stato potrebbe prendersene fino a 50. Ma al governo non sembrano interessare. “Full compliance”, piena conformità. È questa l’espressione che toglie ogni alibi al governo Monti. Nella conferenza stampa di mezzogiorno del 17 aprile il commissario europeo alla Fiscalità, Algirdas Šemeta, spiega ai giornalisti che gli accordi di Gran Bretagna, Germania e Austria con la Svizzera sono compatibili con il diritto comunitario . E quindi nel 2013 produrranno i loro effetti.

Gallino: un milione di posti di lavoro? Facile, basta volerlo

cantieri
Sgravi fiscali, investimenti in grandi opere, incentivi alle imprese perché assumano, sono poco o punto efficaci per creare rapidamente occupazione. Occorre che lo Stato operi come datore di lavoro di ultima istanza, assumendo direttamente il maggior numero di persone. La proposta: primo, istituire un’Agenzia per l’occupazione simile alla Works Progress Administration del New Deal americano (works = opere pubbliche). L’Agenzia stabilisce i criteri di assunzione, il numero delle persone da assumere, il livello della retribuzione, i settori cui assegnarle. Le assunzioni vengono però effettuate e gestite unicamente su scala locale, da Comuni, Regioni, enti del volontariato, servizi dellavoro. Secondo: per cominciare, si dovrebbe puntare ad assumere rapidamente almeno un milione di persone.

domenica 29 aprile 2012

Elettricità, Authority: da maggio tariffe +4,3% per rinnovabili

 ROMA (Reuters) - Come preannunciato un mese fa, da maggio le tariffe elettriche aumenteranno di un ulteriore 4,3% a copertura dei costi per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili ed assimilate.
Lo comunica l'Autorità per l'energia aggiungendo che per la famiglia tipo in maggior tutela ci sarà una "maggiore spesa di ulteriori 21,44 euro su base annua".
L'adeguamento, spiega una nota, conferma le stime dello scorso 30 marzo, quando l'Autorità aveva approvato l'aggiornamento del secondo trimestre 2012 per le sole componenti legate alla materia prima, alle tariffe di rete e agli oneri di dispacciamento (+5,8%,), annunciando che a fine aprile si sarebbe reso necessario un ulteriore incremento per salvaguardare i diritti acquisiti agli incentivi.
"L'obiettivo di allora era di richiamare l'attenzione dei decisori pubblici sulla necessità di rivedere alcuni parametri dei meccanismi di incentivazione, in quanto alcuni indicatori della politica energetica erano quasi raggiunti. Da quel momento il decisore pubblico ha avviato un processo per una rinnovata programmazione degli incentivi, in un percorso di coerenza generale per contemperare la sostenibilità delle bollette con i legittimi interessi dei soggetti attivi nella green economy", spiega il presidente dell'Autorità Guido Bortoni.
"Per l'Autorità ciò significa una white-green economy, come abbiamo detto in una recente audizione al Senato, cioè sviluppo di tutte le fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica", ha aggiunto il Garante.

Blitz al centro di beagle da vivisezione: dodici in carcere, la politica si interroga

Gli attivisti dovranno rispondere di vari reati. L'irruzione all'allevamento Green Hill di Montichiari è avvenuta ieri in occasione della giornata mondiali per gli animali nei laboratori. La Regione Lombardia: "Per chiudere la struttura bisogna cambiare la legge"

Dodici arrestati in flagranza di reato, otto donne e quattro uomini; una minorenne denunciata a piede libero. E’ il bilancio del blitz animalista del pomeriggio di ieri contro Green Hill, l’allevamento di cani beagle per la vivisezione di Montichiari (in provincia di Brescia). Gli arrestati arrivano da Emilia Romagna, Toscana, Torino, Treviso, Roma e Milano. 

Prime stime non ufficiali parlano di danni per circa 250 mila euro all’allevamento di proprietà della multinazionale Marshall. 

Gli arrestati dovranno rispondere di accuse che vanno, a vario titolo, dalla rapina in propria, al furto pluriaggravato, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, e danneggiamento aggravato alla resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Rai, Santoro e Freccero si candidano: “Alleati di Monti per salvare la tv” La proposta del conduttore di Servizio Pubblico e del direttore di Rai 4: curriculum su internet e partiti fuori gioco. "Il presidente del Consiglio ha in mano tre nomine che può fare senza l'intervento delle forze politiche". Rischio Corea del Nord, come dice il Pdl? "Non è vero, noi siamo per la massima libertà"

 Alleati di Monti per salvare il servizio pubblico. 
Così si definiscono Carlo Freccero e Michele Santoro candidandosi a ricoprire i ruoli di presidente e direttore generale della Rai. “Mai come adesso – spiega il direttore di Rai 4 – serve che la Rai possa avere ancora una funzione di servizio pubblico”. In un periodo come questo, che si rivolge sempre di più al liberismo, verrebbe facile pensare a una privatizzazione “e questa minaccia aleggia – dice Freccero – sulle future nomine”.
“Noi alleati di Monti”. Freccero e Santoro, dal Festival del giornalismo di Perugia, si dicono “alleati” di Monti: il presidente del Consiglio, è il ragionamento, ha portato avanti una politica di trasparenza e di rigore ed è riuscito a fare cose impensabili: riformare le pensioni, reintrodurre l’Ici chiamandola Imu, mettere in discussione l’articolo 18, ma non riformare la Rai, nonostante l’avesse promesso in tv. Così i due professionisti della televisione rilanciano: per dimostrare che davvero si persegue la strada della trasparenza, mettiamo i curricula su internet, in modo che ci sia un dibattito pubblico, perché solo la trasparenza fermerà la spartizione dei partiti all’interno della Rai.

Roma, 3 maggio 2012. Convegno 'La controriforma "tecnica" del lavoro in Italia e In Europa: analisi critica e pratiche di risposta'


Analizzare le reali motivazioni che hanno portato alla “controriforma del lavoro”  Fornero-Monti e comprenderne anche tecnicamente le dinamiche e le conseguenze per i lavoratori è cosa fondamentale per opporsi ad essa e per esprimere una critica ed un forte e motivato dissenso nei confronti del Governo, dei partiti che lo sorreggono in questa operazione di smontaggio dello stato sociale e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che con varie sfumature e con molta ipocrisia da parte di alcune, stanno di fatto, quando non condividendo, prendendo atto dell'operazione del governo senza alcuna reale opposizione.

Il 3 maggio si svolgerà a Roma un convegno dal titolo - La controriforma "tecnica" del lavoro in Italia e In Europa: analisi critica e pratiche di risposta – promosso dal Forum diritti lavoro in collaborazione con USB e Rete 28 aprile e con l'adesione del Comitato "no debito".
All'incontro che si terrà a Roma il 3 maggio alle ore 15.00 presso il palazzo della Provincia in Via IV novembre - Sala Peppino Impastato, parteciperanno magistrati, giuristi, costituzionalisti, avvocati, politici e sindacalisti.

Italia dei beni comuni

Fonte: il manifesto | Autore: Daniela Preziosi
Ieri il primo appuntamento. Pochi big, molte idee, sette minuti a intervento. Si parla di metodo e programma 
«Inizia un percorso». Gli organizzatori si raccomandano di non scrivere molto più di questo. Perché l’appuntamento di oggi a Firenze, la «partenza» del «non partito» – lanciato dal manifesto per i beni comuni e per «un’altra politica nelle forme e nelle passioni» il 29 marzo scorso, e di cui si è discusso, e anche parecchio, sulle pagine del manifesto e sulla rete – è una vera partenza al buio. Si annunciano molti partecipanti, e infatti è stata prenotata una platea da 1500 persone. Ma la giornata di oggi è stata scandita con quattro interventi iniziali, di quattro dei primi firmatari del manifesto, una sorta di relazione introduttiva a quattro voci (Marco Revelli, Nicoletta Pirotta, Claudio Giorno della Val Susa e Paul Ginsborg). In sala sarà distribuito un testo di Luciano Gallino, intitolato provocatoriamente «Come creare un milione di posti di lavoro».
Per il resto, si procede senza rete: sette minuti a intervento, ciascuno degli interventi potrà fare la sua proposta e indicare la direzione verso cui dovrebbe salpare la nave.
Non sono previste special guest: il sindaco De Magistris ha inviato gli auguri ma non ci sarà, Nichi Vendola lo stesso, per impegni di campagna elettorale, ma ci sarà il suo braccio destro Nicola Fratoianni. Ci sarà invece Paolo Ferrero, segretario del Prc. Ma per tutti varrà la regola dei sette minuti.
Di certo è che si discuterà di due prime «discriminanti», come è stato chiaro dai testi ricevuti in questi giorni da chi ha annunciato la propria partecipazione allegando una «motivazione»: il no alla riforma del pareggio in bilancio in costituzione e alla riforma del lavoro in discussione in parlamento. Per il momento sono gli unici due punti fermi di un «programma» che non c’è, ancora (l’assenza di progetto è una delle critiche mosse al non-partito da Rossana Rossanda) ed è tutto da discutere, e scrivere, e approfondire, nella successiva «due giorni» immaginata per giugno.

Foglio elettronico per calcolare L'IMU



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Catania: letame contro 'Messa per il Duce'


Catania: letame contro 'Messa per il Duce'Ieri in una Chiesa di Catania è andata in scena la 'tradizionale' messa in suffragio di Benito Mussolini. Disturbata dalla deposizione di una certa quantità di letame che alcuni antifascisti locali hanno voluto portare in dono ai notabili che nel tempio cristiano facevano il saluto romano.
Di seguito il comunicato di "rivendicazione" dell'azione di disturbo da parte degli 'antifascisti catanesi' e poi un interessante articolo di cronaca.

Freda in Campidoglio: Alemanno fa dietrofront

Freda in Campidoglio: Alemanno fa dietrofront
Poche ore dopo l'annuncio che anche Franco Freda sarebbe stato presente alla presentazione del libro di Nietzche in Campidoglio la Giunta Alemanno ha dovuto fare dietrofront. Ma non sullo stanziamento di 11 milioni di euro per comprare e regalare un palazzo a Casapound. Sono bastate poche ore di polemiche sull’ospitalità e sul patrocinio accordati dal Campidoglio all’ex terrorista nero e ideologo neonazista Franco Freda per convincere la GiuntaAlemannoa fare dietrofront.

Giulietto Chiesa: ormai per salvarci dovremo combattere

Casini, Bersani e Alfano
Sessantasette anni fa uscivamo dal fascismo e della guerra, l’Italia era fisicamente distrutta ma moralmente stava rinascendo: lo dimostra la Costituzione democratica, una delle più belle dell’Occidente. Oggi usciamo dal ventennio definito “berlusconiano”: «Non tanto perché Berlusconi fosse un grande personaggio, quanto perché l’intera classepolitica si è arresa a un piccolo personaggio». L’Italia? «E’ più distrutta di allora: distrutta moralmente, economicamente e socialmente». Ma non tutta l’Italia: «Col referendum del 2011 abbiamo verificato che la gran parte del popolo italiano, la maggioranza assoluta del corpo elettorale, ha respinto quel disegno. Però l’Italia è stata guastata, il nostro tessuto comune è stato lesionato, le nostre istituzioni hanno smesso di funzionare: l’Italia è un paese in ginocchio». Come uscirne? Spazzare via la “casta”, unire le forze e prepararsi allo scontro: «Quella gente non se ne andrà senza combattere».

Atene, banchieri in pericolo: il giustiziere è un serial killer

Hannibal Lecter
La crisi uccide, ma non come siamo portati a pensare. C’è chi ci lascia la pelle in modo violentissimo: banchieri, finanzieri e funzionari delle agenzie di rating. I corpi sono rinvenuti orrendamente decapitati, a colpi di scimitarra. E tutto fa supporre che l’assassino, che li considera criminali, si sia assunto l’incarico di impartir loro la più plateale delle punizioni. Romanzo criminale dell’abisso nel quale sprofonda la Grecia: Petros Markaris, il più noto autore greco di romanzi gialli, è attualmente impegnato in un’impresa piuttosto ambiziosa: sta lavorando a una “trilogia della crisi”, per raccontare la catastrofe sociale provocata dai tagli imposti dalla Bce. Nel primo volume, “Lixipròsthema Dhàneia” (in italiano “Prestiti scaduti”) l’antieroe nero è un serial killer: è lui che fa pezzi, letteralmente, i “carnefici” del popolo greco.

DINAMO FEST 2012: DAL 15 AL 23 GIUGNO 2012 ALLA CITTÀ DELL’ALTRAECONOMIA

dinamo fest 2012 seconda edizioneDINAMOFEST II EDIZIONE ROMA, 15/23 GIUGNO 2012 Città dell’AltraEconomia (ex Mattatoio di Testaccio) DINAMOFEST Trasformazioni, energie, idee in movimento II edizione. Torna DINAMOFEST, festival di musica, cultura e politica che si svolgerà a Roma dal 15 al 23 giugno all’interno della Città dell’AltraEconomia di Testaccio. Anche quest’anno un insieme di realtà diverse lanciano la sfida di aprire uno spazio fisico e ideale, di incontro, discussione e di progettazione di un modello nuovo di città.

Ancora una volta in maniera del tutto indipendente. 

Il festival quest’anno durerà di più rispetto all’edizione dello scorso anno, ben 9 giorni di eventi che spazieranno dalla musica al teatro, dallo sport ai dibattiti, dalle presentazioni di libri alle mostre, dalle proiezioni alle degustazioni.

TRAVAGLIO | Ci vorrebbe un tecnico per i guai dei tecnici


Si diceva che il governo dei professori doveva riparare i danni fatti dai politici. Ma agli errori che accumulano Monti e i suoi ministri chi porrà rimedio? Eccone un primo, sommario elenco.

di Marco Travaglio, da l'Espresso, 27 aprile 2012

Immaginiamo un governo politico, di destra o di centro o di sinistra, che l'8 gennaio promette di mettere mano alla Rai "entro poche settimane" e poi non fa nulla per tre mesi e mezzo, anche dopo che il 28 marzo è scaduto il Cda; si dice "disponibile a un decreto" per tagliare i fondi pubblici ai partiti e poi non muove un dito; annuncia che le province saranno abolite, poi si scopre che restano, ma i consiglieri non li eleggono più i cittadini, bensì li nominano i consiglieri comunali; alza l'età pensionabile a 68 anni mentre ogni anno decine di migliaia di lavoratori vengono rottamati a 50, e poi s'accorge che così centinaia di migliaia di lavoratori restano senza stipendio né pensione; annuncia che gli "esodati" sono 65 mila perché i soldi bastano solo per questi, salvo scoprire che sono 350 mila; ripristina la tassa sulla prima casa (Imu), esentando le fondazioni bancarie, ma non le case di vecchi e invalidi ricoverati in ospizio; divide l'Imu prima in due poi in tre rate e annuncia aliquote più alte ma senza fissarle, gettando i contribuenti nel caos e beccandosi l'accusa di incostituzionalità dai tecnici della Camera.

sabato 28 aprile 2012

Oggi è la giornata mondiale alla memoria dei lavoratori. La strage dell'amianto.

Ogni anno il 28 aprile i sindacati di tutto il mondo organizzano eventi per celebrare la giornata internazionale alla memoria dei lavoratori - International Workers' Memorial Day. L’obbiettivo, posto dall'Ilo, è migliorare la salute e la sicurezza sui posti di lavoro per evitare gli incidenti, ma vuole anche essere anche una giornata per ricordare quanti sono deceduti sul posto di lavoro.

I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, intanto, riportano che ci sono oggi 125 milioni di lavoratori esposti all’amianto e che molti milioni lo sono stati in passato. Senza contare i cosiddetti paesi in 'via di sviluppo'. Si stima che siano 120 mila le persone che ogni anno muoiono 'di amianto' nel mondo.
L’Organizzazione internazionale del lavoro intende promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali a livello globale attraverso una campagna di sensibilizzazione che mira a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulle tendenze emergenti nel settore della sicurezza e della salute del lavoro e sull’entità delle lesioni, malattie e infortuni mortali in tutto il mondo. "La celebrazione della Giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro - si legge in un comunicato - costituisce parte integrante della Strategia globale sulla sicurezza e la salute sul lavoro dell’OIL e promuove la creazione di una cultura globale di prevenzione nell’ambito della sicurezza e della salute con la partecipazione di tutte le parti interessate".
Juan Somavia, presidente dell’Ilo, nel suo messaggio augurale ribadisce l’urgenza di promuovere la salute e la sicurezza come parte delle strategie del lavoro dignitoso nella transizione verso una economia più verde.
“Il vertice “Rio +20” cercherà di rispondere alla domanda – aggiunge Somavia - su come sia possibile garantire uno sviluppo sostenibile basato sulla crescita economica, sull’equità sociale e sulla protezione dell’ambiente. Per tradurre in realtà questa visione di sviluppo sostenibile c'è bisogno di politiche integrate e sinergiche in grado di combinare le esigenze delle persone con quelle del pianeta, l’equità con la crescita economica”.

I BRACCIANTI INCROCIANO LE BRACCIA CONTRO LA FORNERO

Un milione di lavoratori del settore agricolo, sotto le bandiere di Fai, Flai e Uila, stanno scioperando in tutta Italia contro l'estensione dei voucher, prevista nel ddl della riforma del lavoro, che considera occasionale il lavoro stagionale in agricoltura. 
 
Questo è quanto dicono le maggiori organizzazioni sindacali che oggi hanno scioperato in tutte Italia. Le manifestazioni più importanti, sono a Catania, a Napoli e a Catanzaro. Altre manifestazioni, a carattere regionale, sono in corso a Bari, Udine, Cremona, Torino, Cagliari, Firenze, Trento, Perugia e Padova; in altre province si tengono sit-in davanti alle prefetture. «Se passasse questa norma - dice Mantegazza della Fai - tutti gli stagionali agricoli potranno essere pagati con un buono da incassare alla Posta e, da un giorno all'altro, si ritroveranno senza contratto e salario di qualifica, perderanno tutele per la maternità e contro la disoccupazione, non potranno accedere alla pensione; un colpo di spugna con cui saranno cancellate le conquiste sindacali di 50 anni».

Europa, c'è la possibilità di indire referendum, ma nessuno lo sa...

Su acqua, roaming tlc e, perché no, tassazione sulle transazioni finanziarie dal primo aprile i cittadini dell’Unione europea hanno voce in capitolo. Come? Attraverso il classico strumento del referendum. Venne scritto dal Trattato di Lisbona ma, in questi tempi di crisi politica ed economica, ha avuto scarsa risonanza. In sostanza basta raccogliere un milione di firme in sette stati sui 27 dell'Unione Europea per imporre ai legislatori europei di regolare materie fondamentali agli occhi dei cittadini, quali la disoccupazione, l'acqua, il roaming dei telefonini e la tassazione delle transazioni finanziarie. 
Si chiama European Citizen’s Initiative e non ha granché di miracoloso dal punto di vista della democrazia. Però permettere alle reti di poter esercitare qualche pressione diretta.Secondo Martin Schultz, leader dei Socialisti al Parlamento Ue, potrebbe essere lo strumento decisivo per convincere le autorità ad adottare una tassa sulle transazioni finanziarie. Della quale si discute da anni, ma di cui non si è mai vista l'ombra, per via della divergenza di opinioni tra le potenze mondiali e d'Europa. Se i politici non riescono a trovare un'intesa, spetta ai cittadini imporre la direzione da prendere. Un po’ come avviene nella Confederazione Elvetica.
Nell'articolo 11 al paragrafo 4 del Trattato di Lisbona si legge che "un milione di cittadini residenti in un numero significativo di stati membri puo' invitare la Commissione Europea, nell'ambito di quelle che sono le sue facoltà, a sottomettere qualsiasi proposta nelle materie sulle quali i cittadini considerano indispensabile che l'Unione emetta un atto legale volto a implementare i Trattati".
Le procedure e le condizioni richieste per un'iniziativa popolare di questo tipo sono determinate nel primo paragrafo dell'articolo 24 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFEU). Secondo i promotori si tratta del "primo esperimento di democrazia partecipativa trasnazionale". Ma solo in pochi sanno di cosa si tratta o sono stati informati della sua esistenza. Un esempio su tutti: in Irlanda un sondaggio ha rivelato che l'86% della popolazione non ha la minima idea di cosa si tratti, non avendone mai sentito parlare.
Il 70% degli interpellati nel 2010, tuttavia, ha dichiarato che prenderebbe seriamente in considerazione l'ipotesi di servirsene. Un altro esempio: alla consultazione pubblica del 2009-2010, in cui la Commissione chiedeva ai cittadini cosa ne pensassero dell’iniziativa, sui 500 milioni che la Eci punta a coinvolgere, hanno risposto appena 160 persone.

CRISI, FITOUSSI: NON SE NE ESCE ABBASSANDO REDDITI, IN UE RISORSE CI SONO. FISCAL COMPACT IL CONTRARIO DI QUELLO CHE SERVE



 
 «Non si risolve il problema del debito abbassando il reddito con programmi di austerità». Lo ha affermato l'economista Jean-Paul Fitoussi in una intervista all'Unità aggiungendo che se «l'obiettivo è di ridurre il debito in misure più forte di quanto non si riduca il Pil tutto questo ammazza il popolo e non risponde alla crisi». Inoltre, il fiscal compact «è il contrario di quello che serve all'Europa. Si è fatto il fiscal compact per dire che in Europa i soldi non ci sono. Qualcuno ha deciso che l'Europa non ha risorse. Ma questo non è vero perchè il debito europeo è più basso di quello americano e di quello della Gran Bretagna.  
La cosa buffa è che prima della crisi dicevano di non avere soldi: poi li hanno trovati all'istante per la crisi finanziaria. Ma per i disoccupati non ci sono più»
 
Sembra ragionevole. Che ne pensate?

Come confutare le teorie dominanti


Fonte: il Manifesto | Autore: Alberto Burgio 

Un saggio che rovescia la dottrina economica neoliberale e pone con forza la necessità di spiegare la sua egemonia nonostante il fallimento
Sembra la quadratura del cerchio, eppure è possibile riassumere teorie complesse in un linguaggio piano e al tempo stesso fornirne un'interpretazione originale. L'ultimo libro di Giorgio Lunghini - Conflitto, crisi, incertezza, Bollati Boringhieri, pp. 132, euro 14 - dimostra che nulla - ferma restando l'asperità del compito - impedisce la convivenza tra essenzialità, chiarezza e autonomia di giudizio. In nove brevi capitoli offre una magistrale sintesi comparativa dei cinque principali paradigmi (Ricardo, Marx, il marginalismo, Keynes e Sraffa) che articolano la discussione contemporanea. Ma, caratterizzata da una mirabile linearità del dettato (viene in mente lo Smith, Ricardo, Marx di Claudio Napoleoni), la ricostruzione si tiene stretta a un forte nucleo teorico - a una tesi critica in senso stretto radicale - che mette in questione il fondamento stesso del discorso economico, investendone frontalmente le finalità.

La sequenza delle posizioni prende le mosse dalla teoria neoclassica, oggi (da buoni quarant'anni) dominante soprattutto in ambito accademico (e noi italiani, governati dall'incarnazione stessa dello spirito bocconiano, sappiamo meglio di chiunque altro quanto strette e pericolose siano le relazioni tra accademia e politica). I tratti salienti della teoria sono individuati nell'individualismo metodologico (la teoria soggettiva del valore-utilità) e nella rappresentazione di un sistema economico in equilibrio («omeostatico»), nel quale le crisi sono accidentali e il mercato garantisce l'uguaglianza tra domanda e offerta in virtù della sua capacità di autoregolarsi. Emerge così il paradosso di una teoria che, nel momento in cui dichiara di partire dai bisogni e dalle preferenze di individui razionali e onniscienti, descrive la realtà dal punto di vista del capitale privato, fornendone un'immagine controfattuale (un mondo senza crisi né conflitti distributivi, in cui lo scopo dell'attività economica è la produzione di valori d'uso e la moneta non incide sulla produzione e sui livelli occupazionali), per ciò stesso funzionale al dominio dell'impresa e della finanza.

Appello per la Manifestazione del 12 maggio

APPELLO - Mai come in questo momento la Costituzione della Repubblica rischia di essere travolta a partire dall’articolo 1: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro".

Il valore e la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique, esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al sistema istituzionale del nostro Paese.
Il Governo Monti, pur formalmente legittimato dal sostegno dalla maggioranza trasversale di un Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e credibilità, a partire dalle stesse modalità elettorali che lo hanno espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare.
L'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l'esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all'istruzione, alla previdenza e all'assistenza alle "superiori" ragioni del mercato.
La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell'articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l'attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale.
Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti.
Opporsi a queste politiche e concorrere alla costruzione di un modello sociale ed economico alternativo è pertanto dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: è il compito urgente che abbiamo tutti noi in Italia ed in Europa.
Un'alternativa che contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una clava per distruggere i diritti sociali.
Un'alternativa volta a redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare.
Un'alternativa che si fondi sulla centralità dei diritti del lavoro, riconverta le produzioni nel segno della sostenibilità ecologica, investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo modello di democrazia e partecipazione.
Un'alternativa all'insegna di politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la drastica diminuzione delle spese militari.
Per queste ragioni, facciamo appello a scendere in piazza il 12 Maggio a Roma: contro il governo, per difendere la democrazia, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, la Costituzione.

Un paese pieno di case vuote e di baraccati


Un paese pieno di case vuote e di baraccati
Nel giorno della presentazione dei dati del censimento da parte dell'Istat, ci sembra opportuno evidenziare tre fatti che danno – separatamente ed ancor più presi insieme – il quadro della situazione. Mentre dentro si spiegavano a giornalisti annoiati l'inevitavile sfilza di numero che ogni statistica si porta dentro, fuori una conquantina di precari che da anni lavorano presso l'Istituto stavano protestando. Gridano «vergogna » e «stabilizzazione», ovvero assunzione a tempo indeterminato. Sono il livello d'eccellenza di una condizione precaria che accomuna il lavoro manuale come quello intellettuale (che solo qualche imbecille chiama “cognitivo” soltanto per demarcare con un distanza siderale una differenza nei fatti inesistente tra lavoratori).

Un Comune decide di non applicare l'Imu. Verso la disobbedienza civile?


Un Comune decide di non applicare l'Imu. Verso la disobbedienza civile?
C'è chi dice no. All'Imu, in questo caso. A dimostrazione che non è mai vero che "non c'è alternativa".  Mentre la maggior parte dei Comuni italiani sta ancora decidendo come comportarsi per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu, nel piccolo Comune di Pontinvrea, in Val Bormida (870 anime), mercoledi sera si è discusso sulla scelta del sindaco Matteo Camiciottoli di non applicare la nuova tassa sugli immobili e il parlamentino di Pontinvrea ha espresso un segnale in controtendenza. Davanti ad una sala gremita il consiglio comunale ha votato all’unanimità l’ordine del giorno voluto dal primo cittadino che prevede la non applicabilità dell’Imposta municipale unica: “E’ Incostituzionale per questo non voglio che rimanga traccia negli atti di questo Comune che la mia amministrazione abbia applicato detta norma”. Così Camiciottoli nel corso del suo breve discorso – Ben sapendo che potrebbe arrivare un commissario prefettizio io non firmo, sarà lui a dover venire qui in Comune e a firmare magari guardandovi negli occhi, io non metto le mani in tasca ai miei cittadini, prima il professor Monti dimostri di fare bene il suo lavoro e tagli tutti gli sprechi dello Stato Italiano, elimini vitalizi e prebende, riduca gli organi e le poltrone. Solo quando avrà fatto tutto questo potrà chiedere soldi ai cittadini onesti”.

Licenziamenti "disciplinari" per i dipendenti pubblici

Il "tipico" statale secondo il governo (vecchio e nuovo)
Piccoli nazisti crescono. E governano. Ricordate quella vecchia autodifesa dei gerarchi grandi e piccoli? "Ho solo obbedito agli ordini".
Bene. Il governo sta pensando velocemente su come reeintrodurre una serie di norme che costringano il dipendente pubblico a eseguire sempre gli ordini, qualsiasi contenuto abbiano.
Stanno infatti scrivendo un disegno di legge delega per la "regolazione dei licenziamenti disciplinari nelle pubbliche amministrazioni". Lo schema teorico è concettualmente elementare: dovrà essere razionalizzata la struttura attuale delle sanzioni e introdotta una "tipizzazione delle ipotesi" che possono giustificare il licenziamento per motivi "soggettivi"; ovvero, disciplinari, nella misura in cui quel certo dipendente non abbia le caratteristiche necessarie a ricoprire il ruolo (fedeltà, obbedienza cieca, attitudine spionistica nei confronti dei colleghi... potete sbizzarrirvi).

Stacca dal muro un manifesto fascista, picchiato a sangue

Stacca dal muro un manifesto fascista, picchiato a sangue
Un ragazzo di 22 anni - il nonno partigiano, il bisnonno ammazzato dalle camicie nere - stacca un manifesto fascista affisso sotto casa. E viene aggredito da due energumeni col volto coperto.
Ha avuto il coraggio di staccare un manifesto fascista contro il 25 aprile, e per questo è stato aggredito e picchiato a sangue. E' successo durante la notte tra lunedì e martedì al 22enne di Cormons Patrick Dorella. Il giovane è finito all’ospedale con cinque i giorni di prognosi per un trauma cranico-facciale, contusioni multiple, abrasioni al volto, ginocchio e gomito sinistri, ecchimosi e un’edema all’orbita destra. Conseguenze fisiche gravi quelle causate dall'aggressione. Racconta un quotidiano locale, 'il Messaggero Veneto': 

Grecia: poi dice che uno si butta a sinistra (o a destra)…

Grecia: poi dice che uno si butta a sinistra (o a destra)…
Sulla scheda delle elezioni del 6 maggio gli elettori troveranno 32 partiti. Il voto sancirà la fine del bipolarismo e rafforzerà estrema sinistra ed estrema destra. La Troika avverte che servono nuovi tagli e che dopo le elezioni tornerà a visitare Atene. 
Mentre la campagna elettorale procede abbastanza placidamente – tranne per il fatto che i fascisti di ‘Alba dorata’ alcuni giorni fa hanno aggredito per strada un esponente del Partito Socialista, i sondaggi danno per concluso il bipolarismo che dagli anni ’70 domina la scena politica ellenica. Il 6 maggio sancirà la fine dell’alternanza tra il Partito Socialista Pasok e il centrodestra di Nuova Democrazia, che si erano spartiti il potere negli ultimi decenni. Un risultato della distanza tra questi partiti e il proprio stesso elettorato, dopo anni di misure lacrime e sangue implementate prima dagli uni e poi dagli altri sull’onda dei diktat delle istituzioni internazionali che hanno fatto della Grecia un paese-laboratorio di un modello di gestione della crisi che è stato poi applicato negli altri ‘Pigs’ anche se a ritmi e con sfumature non identiche a quelle imposte ad Atene.

La rivoluzione dei garofani diventa un triste anniversario

La rivoluzione dei garofani diventa un triste anniversario
In segno di protesta contro i tagli allo stato sociale e le politiche di cosiddetta austerità applicate dal governo l'Associação 25A ha deciso ieri di non partecipare alle celebrazioni della rivoluzione del 1975.
LISBONA - Il 24 aprile 1974, a Lisbona è una giornata come tante, la guerra coloniale, migliaia di giovani a combattere sui fronti africani, la polizia politica, la Pide, a reprimere qualsiasi forma di opposizione e, per i più, una vita miserabile. Già perché in quel 24 aprile le strutture della più longeva dittatura fascista di sempre, quella instaurata da Antonio Oliveira Salazar e perpetrata dal suo delfino Marcelo Caetano, sembravano ancora godere di buona salute.

Barnard: stop tasse a Monti, in nome del popolo italiano

Paolo Barnard
Perché pagare le “nuove tasse di Monti”, se il governo tecnico è stato imposto forzando la Costituzione, per ordine dell’élite finanziaria mondiale che sta piegando ai suoi voleri l’intera Europa? Se l’obiettivo finale è il pareggio di bilancio, ovvero la certificazione della morte clinica dello Stato come “sindacato dei cittadini”, l’unica strada è sabotare il governo “golpista”, usando la sua stessa arma: il denaro. Dopo aver denunciato il premier e il capo dello Stato per il “golpe finanziario” che sta mettendo in ginocchio l’Italia, Paolo Barnard lancia un appello esplicito all’obiezione fiscale verso la tassazione speciale dell’austerity: il giornalista propone una sorta di “autoriduzione” delle imposte, in modo che il prelievo tributario non superi il 40% del Pil. Violare apertamente la normativa? Per Barnard, sarebbe una “risposta” perfettamente democratica al carattere «illegittimo» del governo che la impone.

La Germania frena l’alta velocità: costa troppo e non serve

Rüdiger Grube
Berlino frena i treni ad alta velocità: filare a 300 all’ora costa troppo e non serve. L’annuncio di Rüdiger Grube, presidente della Ferrovie tedesche, ha un contenuto fortemente simbolico: nell’era della Grande Crisi, segna la fine della folle corsa miliardaria all’inseguimento della velocità a tutti i costi. E naturalmente si parla di passeggeri, per i quali il treno superveloce rappresenta pur sempre un’alternativa all’aereo. Ma niente paura, l’Italia resta distante anni luce: insiste infatti nel voler creare una linea Tav, in valle di Susa, per far risparmiare mezz’ora, fra Torino e Lione, alle merci che impiegano settimane per arrivare via mare dalla Cina. Eppure le nostre Ferrovie non demordono: mentre sulla velocità ora frena persino la Francia, Trenitalia sogna bolidi da 360 chilometri orari, assolutamente inutili: farebbero risparmiare solo qualche minuto, in tutto, sulle uniche due tratte veloci della rete italiana, la Milano-Bologna e la Roma-Napoli.

ll Nobel Stiglitz: “L’austerity sarà un disastro per l’Europa”

L’austerità di per sé «sarebbe sicuramente un disastro» e «le conseguenze nel breve termine saranno molto negative per l’Europa» dice il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz per il quale è impossibile che tutto il Continente possa diventare come la Germania. Ma è il modello economico globale che non funziona: «Non importa se poche persone al vertice sono strapagate - quando la maggioranza dei cittadini non si è arricchita, il sistema economico non funziona».Le politiche di recessione ci stanno portando verso una doppia recessione, mette in guardia l’economista statunitense Joseph Stiglitz. Si è incontrato con il giornale tedesco The European per discutere il nuovo pensiero economico e l’influenza del denaro nella politica.

di Martin Eiermann, da The European e linkiesta.it

Monti contro Keynes

da http://keynesblog.com

“Accogliamo con favore l’attenzione maggiore degli altri Paesi sulla crescita europea, senza che ciò comporti un contrasto con la disciplina di bilancio a cui si è arrivati grazie all’iniziativa tedesca”

“L’Europa ha bisogno di politiche per l’aumento della crescita potenziale, ed evitare politiche che in modo effimero darebbero l’impressione di lavorare per la crescita. [Bisogna evitare] politiche keynesiane di vecchio stampo che favoriscano l’espansione di deficit di bilancio. La crescita potenziale deve fondarsi sulle riforme strutturali”.

“Le riforme come quella del mercato del lavoro o delle liberalizzazioni vanno verso l’obiettivo di aumentare il tasso di crescita potenziale nel medio termine. Queste sono le politiche su cui dovremmo concentrarci a livello europeo e nazionale. Le riforme strutturali agiscono sul lato dell’offerta a livello europeo”.

Dobbiamo ringraziare il professor Monti per la chiarezza che ha messo in queste parole. Una chiarezza che finalmente stabilisce uno spartiacque tra chi pensa che il mercato si aggiusti da solo a patto di fare quelle “riforme strutturali” che limitino l’intervento pubblico e le regole e chi invece pensa che l’intervento pubblico e le regole debbano servire proprio a limitare la tendenza dei mercati a fallire, come è accaduto drammaticamente nel 2007/2008.

Al professor Monti vorremmo rivolgere qualche domanda:

Il Pangolino di Ubuntu è pronto per il download


ubuntu 12 04 LTS precise pangolinMentre Ubuntu 12.04 (Precise Pangolin) è ormai tra noi, Mark Shuttleworth, fondatore di Canonical, già guarda alla prossima release.
Con un post sul proprio sito, Shuttleworth ha annunciato il nome in codice di Ubuntu 12.10 (la data di rilascio prevista è il 18 ottobre): Quantal Quetzal. Se il Pangolino Preciso dell'edizione attuale ha già nell'aggettivonome l'indicazione di solidità che è richiesta da una LTS (le versioni che sono supportate per tre anni sui desktop e cinque sui server) per la prossima edizione Ubuntu vuole concentrarsi sul cambiamento, anche estetico, che porterà alla LTS successiva, il cui rilascio è fissato per l'aprile del 2014.
Shuttleworth non ha insomma rinunciato all'idea di voler far guerra al Mac, che da molti è identificato come sistema operativo elegante per antonomasia. Nel frattempo, gli utenti di Ubuntu potranno godersi le migliorie introdotte in Precise Pangolin, a partire dal kernel 3.2.0 con la patch per il risparmio energetico che era richiesta da più parti e la versione 5.10 dell'interfaccia Unity. Il software in dotazione è sostanzialmente lo stesso delle versioni passate; da notare la rimozione delle librerie Mono, che obbliga il passaggio da Banshee a Rythmbox quale player di default.

Anontune, Anonymous offrono musica gratis dal Web in modo furbo

anontuneAnontune e Anonpaste sono due servizi online lanciati dal gruppo di hacktivisti di Anonymous e si dedicano rispettivamente alla ricerca di brani musicali in modo piuttosto furbo e alla divulgazione di documenti da condividere con la massima riservatezza. Entrambi i portali presentano un’interfaccia piuttosto semplice e pratica così da risultare funzionali e immediati e soprattutto non terranno traccia dell’attività degli utenti, dunque non salveranno sui propri server le informazioni sui collegamenti. In sostanza, non sarà possibile rintracciare in un secondo momento chi ha compiuto cosa. Ma scopriamo i due servizi per musica e documenti caldeggiati dagli Anonymous, che hanno pensato a un metodo molto interessante per sfruttare le risorse legali del web.

Obbligo di rettifica, uno strisciante ritorno


Il cosiddetto "comma ammazza-blog" torna all'improvviso nell'articolo 25 della nuova bozza di riforma delle intercettazioni. Praticamente identico a quello previsto inizialmente nel contestato DDL Alfano
Roma - Era stato rinviato nell'ottobre dello scorso anno, come annunciato dal capogruppo PDL alla Camera Fabrizio Cicchitto. Il DDL sulle intercettazioni (anche noto come Alfano-Bongiorno) è ora tornato nella bozza di riforma presentata dall'attuale ministro della Giustizia Paola SeverinoStupore tra i vari osservatori del web tricolore: il famigerato comma ammazza blog - inizialmente nell'articolo 28, poi spostato al 29 - è di fatto rispuntato identico nell'articolo 25 della nuova bozza di regolamentazione trasmessa da Severino ai tecnici della Giustizia della maggioranza di governo. "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". È la stessa predisposizione prevista dal testo originario del DDL Alfano, che impone ai gestori di qualsiasi sito web l'obbligo di rettificare i contenuti indicati dai soggetti che si ritengano eventualmente lesi. Nessuna possibilità di replica, con multe fino a 12mila euro per chi non provvede a modificare entro le 48 ore di tempo.
"Il paese si aspetta severe norme contro la corruzione, il traffico di soldi pubblici, la pratica corrente degli appalti gonfiati e il PDL non trova di meglio che infilare nella bozza Severino sulle intercettazioni la norma Ammazza blog che aveva finto di rimangiarsi in aula appena cinque mesi fa", ha spiegato il deputato di Futuro e Libertà Flavia Perina.
"L'Italia dei Valori si opporrà, come ha sempre fatto, in tutte le sedi contro questo scempio della giustizia - ha rincarato il leader di IdV Antonio Di Pietro - Non si capisce perché cambiano i governi ma le proposte di penalizzare la giustizia sono sempre le stesse. Non consentiremo che si ostacoli la ricerca della verità né che si metta il bavaglio alla Rete e alla libera informazione, con la norma ammazza blog".

Mauro Vecchio

venerdì 27 aprile 2012

Tra Toni Negri e Tommaso d’Aquino



  Fonte: il manifesto | Autore: Alberto Asor Rosa
Il «Manifesto per un soggetto politico nuovo» è improntato a un prorompente «ottimismo della volontà». Com’è noto, Antonio Gramsci raccomandava che i due elementi della fatidica coppia – «pessimismo dell’intelligenza» e «ottimismo della volontà» – procedessero sempre insieme. Meno noti i motivi che secondo lui renderebbero raccomandabile, anzi inevitabile, l’accoppiata: «Tutti i più ridicoli fantasticatori che nei loro nascondigli di geni incompresi fanno scoperte strabilianti e definitive, si precipitano su ogni movimento nuovo persuasi di poter spacciare le loro fanfaluche».  D’altronde ogni collasso porta con sé disordine intellettuale e morale. Bisogna creare uomini sobri, pazienti, che non disperino dinanzi ai peggiori orrori e non si esaltano a ogni sciocchezza». Per cui, appunto: «Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà». Riguarda in qualche modo la citazione gramsciana gli estensori del suddetto «Manifesto»? No, assolutamente no: volevo soltanto che il pensiero gramsciano fosse almeno una volta richiamato, per intero). Mi predisporrei perciò a introdurre qualche elemento pessimistico nel ragionamento del «Manifesto», cercando al tempo stesso di guardarmi dallo spingermi troppo nella direzione opposta, cosa che, ahimè, in casi del genere capita di frequente. Utilizzerò di volta in volta argomenti concettuali ed esempi pratici: le mie esperienze degli ultimi dieci anni me lo consentono (cosa che non a tutti i miei interlocutori accade).

Stop ai privilegi, Comitato No Vitalizi Lazio: “Entra oggi nel vivo la campagna referendaria”

 Fonte www.controlacrisi.org
 “Da oggi entra nel vivo la campagna referendaria promossa dalla Federazione della Sinistra Lazio per dire Stop ai vitalizi dei consiglieri e degli assessori regionali. Con la comunicazione data stamane in aula dell’avvenuto deposito dei quesiti referendari, daremo presto il via alla raccolta firme con bacchetti dislocati in tutti i comuni del Lazio.
Facciamo appello a quanti in aula, durante l’assestamento di Bilancio, hanno contrastato la norma sull’estensione dei vitalizi ad aderire al comitato proponente che si è costituito. Si tratta di un’occasione unica per porre fine a un inaccettabile privilegio che costerà alle tasche dei cittadini 4 milioni e mezzo di euro l’anno, considerando solo i vitalizi dei consiglieri attualmente in carica. Fondi pubblici che, con il referendum abrogativo, potrebbero essere reinvestiti in sanità, cultura, servizi sociali”. E’ quanto afferma il comitato promotore del referendum di cui fanno parte i segretari dei partiti della Federazione della Sinistra, Loredana Fraleone (Prc), Riccardo Messina (Pdci), Giovanni Nardone (Socialismo 2000), Fabio Lupi (Lavoro e Solidarietà).
Per info
Ufficio stampa Fdslazio
3928001603

Mentre l'economia arranca e le famiglie tagliano i bilanci, i manager italiani sono tra i più pagati d'Europa e lo Stato scuce 17 milioni per il clero in divisa

Fonte: virgilio economia | Autore: A. D. M.
La cronaca della crisi ha un certo gusto del paradosso o della provocazione. Per capirlo basta mettere assieme tutti i dati sugli andamenti dell'economia, italiana ed europea, e sui diversi modi in cui reagiscono governi e i mercati. Ma proprio tutti i dati, anche quelli apparentemente senza connessione. Così, mentre l'Ocse mette l'Italia in fondo alla classifica dei salari medi e il governo pubblica un bando per nuove auto blu, spuntano due notizie destinate a buttare benzina sul fuoco sempre acceso delle polemiche. Top manager/lavoratori,
una forbice che si allarga
La prima - ripresa dal settimanale l'Espresso - viene dal network internazionale Ecgs (Expert corporate governance service) e riguarda le remunerazioni dei top manager italiani: dai dati dell'agenzia risulta che gli amministratori delegati (o Ceo) delle grandi società di casa nostra quotate in Borsa hanno guadagnato in media la bellezza di 5,48 milioni di euro nel 2011, secondi solo ai loro colleghi britannici con 6,08 milioni. Ben sopra i tedeschi (3,83 milioni) e francesi (3,43 milioni). Il dato diventa ancora più inquietante se si considera che questa cifra in Italia equivale a 143 volte lo stipendio medio di un dipendente con punte che arrivano a 877 volte.
Tutto questo - giusto per ricordarlo - mentre le rispettive aziende navigano in pessime acque. Un esempio per tutti: il gruppo Fondiaria-Sai dei Ligresti nel 2011 ha bruciato in Borsa addirittura più dell'83% di capitalizzazione e ha chiuso i conti in profondo rosso e l'Ad Fausto Marchionni è stato liquidato. Ma con una buonuscita di 10,5 milioni di euro. Un po' diverso è il caso di Marco Tronchetti Provera, ai vertici di Pirelli, che con più di 22 milioni di euro è stato il manager più pagato d'Italia. Ma nel 2011 la sua società ha registrato un bell'utile e il titolo è salito del 6,27% a Piazza Affari, in netta controtendenza con l'indice generale.
Preti con le stellette, pensione di Stato
La seconda notizia è più curiosa e riguarda una "categoria" pressoché sconosciuta, quella dei cappellani militari. Sempre dalle colonne dell'Espresso apprendiamo che il costo di pensioni e stipendi dei preti-soldati si aggira sui 17 milioni di euro l'anno. I cappellani sono circa 160 di cui 16 alti ufficiali e hanno diritto al trattamento economico dei loro pari-grado.
Tra questi spicca un nome eccellente, quello del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e pensionato dell'esercito come ex ordinario militare, cioè vescovo dei cappellani: "per lo Stato è un generale di brigata, ruolo che può dar diritto a una pensione fino a 4mila euro. Il cardinale ha prestato servizio solo per tre anni, ma arrivato al 63° compleanno ha maturato il diritto a un vitalizio".
Una questione spinosa per le forze armate, quella dei cappellani. Già sollevata da Luca Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm), che non ha mezzi termini: "I cappellani militari sono un costo che in tempi di vacche magre la Difesa dovrebbe eliminare: vi faccia fronte la Chiesa".