venerdì 19 aprile 2024

Da Bruxelles al G7. I guerrafondai europei: ipocriti, dilettanti e pericolosi.

Al vertice dei ministri degli Esteri del G7 in corso a Capri, l’Alto responsabile della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Josep Borrell, ha chiesto ai ministri della Difesa europei di prendere “decisioni concrete” per l’invio di più sistemi di difesa aerea all’Ucraina. 


contropiano.org s.c. 

Secondo il capo della politica estera Ue (sic!), non solo solo gli Stati Uniti a doversi assumere la responsabilità di fornire sistemi di difesa aerea all’Ucraina. “Abbiamo Patriot e altri sistemi missilistici. Dobbiamo portarli fuori dai depositi”, ha dichiarato Borrell invitando i Paesi europei e occidentali a prendere decisioni “più rapide” per sostenere Kiev, che ha bisogno di armi che vanno fornite “molto più velocemente” per fronteggiare l’offensiva della Russia del presidente Vladimir Putin.

Forse Borrell non ha letto la disamina impietosa del generale Tricarico sul fatto che – ad esempio – la difesa antiaerea e antimissile dell’Italia già oggi sarebbe in difficoltà nel respingere di un’ondata di attacchi aerei come quella condotta dall’Iran su Israele.

Ma anche sul piano politico/diplomatico Borrell conferma di essere un guerrafondaio sul teatro bellico in Ucraina. “Non possiamo permetterci la vittoria di Putin”, ha affermato aggiungendo una sottolineatura che appare una vera e propria lapide su una seria ipotesi di negoziati per la fine della guerra in Ucraina (o per lo meno su un qualsiasi ruolo della UE su questo fronte).

Iran. Esplosioni a Isfahan, ritorsione israeliana

In Iran “forti esplosioni” sono state segnalate questa notte nella regione centrale di Isfahan, dove si trova fra l’altro un sito nucleare. Per ora è tutta qua la temuta ritorsione di Israele all’attacco iraniano della scorsa settimana. 


contropiano.org

L’agenzia iraniana Mehr News riporta che la città di Isfahan è “completamente calma” poche ore dopo la segnalazione di esplosioni vicino all’aeroporto della città, mentre i media della Repubblica islamica minimizzano le conseguenze del raid.

A riferirlo è Al Jazeera secondo cui “Le persone continuano la loro vita normale”, e in diretta tv ha mostrato il traffico mattutino nell’incrocio principale della città, sottolineando tuttavia che “si sono sentiti dei rumori sopra la città” a Esfahan ore prima e aggiungendo che “diversi Uav sono stati abbattuti”.  

L’impianto di Isfahan gestisce tre piccoli reattori di ricerca forniti dalla Cina, oltre a gestire la produzione di combustibile e altre attività per il programma nucleare civile iraniano.

La natura apparentemente limitata dell’attacco, effettuato con droni piuttosto che missili o attacchi aerei, e la mancanza di un riconoscimento ufficiale da parte di Israele, secondo il Times of Israel forniscono una prima indicazione che sia Israele che l’Iran potrebbero cercare di fare un passo indietro dall’orlo della guerra.

In assemblea, a Roma, un movimento di opposizione vera

Siamo in un momento tremendo e delicato per i popoli del nostro paese, dell’intera area europea e del mondo.


La guerra alle porte non consente di restare a rimuginare soltanto sulle nostre disgrazie, che ci sono fin troppo note: impoverimento generale, tasche piene per chi non sa più neanche dove mettere i soldi (pure la speculazione finanziaria sembra avere dei limiti, ormai…), strafottenza del potere dominante che vive di propaganda a testate unificate, incompetenza e violenza poliziesca su chi osa fiatare.

Problemi sociali interni e questioni internazionali sono ormai strettamente collegati e solo i massacri più eclatanti sembrano capaci di scuotere coscienze spaventate o rassegnate, prive come sono da decenni di uno sguardo, una visione, una proposta che lasci almeno intravedere un mondo in cui sia possibile  per tutti vivere in modo dignitoso.

Non saranno certo le prossime elezioni europee a mettere in campo delle alternative reali, in grado di sollevare la sacrosanta indignazione che cova sottotraccia senza trovare una sponda credibile.

Inutile l'intervento del 118. Operaio di 31 anni muore sul lavoro vicino a Catania incastrato in un ascensore.

Un manutentore di ascensori di 31 anni è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell’elevatore di un condominio in via Marchese di Casalotto ad Aci Sant’Antonio, nel Catanese, dove era al lavoro.

 Operaio di 31 anni muore sul lavoro vicino a Catania incastrato in un ascensore

ilfattoquotidiano.it

Il corpo dell’operaio è stato liberato dai Vigili del fuoco del distaccamento di Acireale del comando provinciale di Catania. I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne. Una donna che era dentro la cabina dell’ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri per le indagini del caso. Secondo i dati Inail il numero di decessi sul lavoro nella prima parte del 2024 è in aumento di quasi il 20% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Classe dirigente. Senza vergogna. Le carte per valutare il ponte sullo Stretto di Messina sono illeggibili

Inviati al ministero dell’Ambiente dalla società incaricata di gestire il progetto, i documenti sul traffico sono pieni di tabelle incomprensibili e informazioni non aggiornate. Il ministero ha detto alla società di rifare tutto da capo.


(KEVIN CARBONI – wired.it)

La società Stretto di Messina, incaricata dal governo Meloni di gestire il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, ha inviato un pdf pieno di tabelle incomprensibili e dati non aggiornati al ministero dell’Ambiente. La documentazione sarebbe dovuta servire per la necessaria valutazione di impatto ambientale dell’opera, fortemente caldeggiata dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ma lo stesso dicastero guidato dal collega Gilberto Pichetto Fratin ha definito i dati come “materialmente non leggibili” (vedi tabella 3-7) e per questo ha chiesto alla società di rifare tutto da capo, chiedendo circa 280 chiarimenti.

Una delle tabelle presentate al ministero dell'Ambiente dalla società Stretto di Messina

I punti critici del progetto del ponte sullo stretto di Messina 

Il comitato scientifico ha dato il via libera al piano ma ha anche segnalato ben 68 criticità, che vanno dalla mancanza di test per la resistenza ai terremoti fino a quelli del vento.

Le parole per dirlo

Ci è voluto un po’, ma alla fine le quattro retate in un mese a casa Pd fra Puglia e Piemonte sono finalmente diventate il “caso Conte”. 


(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)

Il merito è dell’infaticabile Maria Teresa Meli (Corriere: “L’ira di Schlein sul ‘caso Conte’. E lui evoca anche Mani Pulite”), un tempo ventriloqua di Renzi e ora di Elly, di cui riporta col consueto distacco ciò che “spiega ai fedelissimi”, “racconta lei stessa”, “dice ai suoi senza girarci intorno”. E che dice Elly? “Basta parlare di Conte”. Poi però parla solo di lui, che si ostina a non subire retate, quindi è un “caso”. Il putribondo grillino mira financo a “conquistare voti”, diversamente dagli altri leader che mirano a perderli. Ma, osserva amara Mely Schlein, “anche gli altri attuali o futuribili alleati puntano a togliere voti al Pd”. Cioè: il Pd è proprietario di milioni di elettori (come peraltro emerge dalle retate sui voti comprati) e gli alleati attuali o futuribili vogliono scipparglieli. Come? Presentando candidati senza il permesso di Elly. Avs, per dire, “candida Ignazio Marino” (che il Pd cacciò da sindaco nello studio di un notaio) “nonostante i dem avessero tentato di convincere Bonelli a lasciar perdere” (decidono anche le candidature altrui). E, non contenta, “cerca di convincere Ilaria Salis”, dopo che il Pd s’è beccato il no secco dall’interessata e del padre. E Renzi? Brutta aria anche lì. Ma non perché quello appoggia quasi sempre le destre, quelle sono quisquilie: bensì perché “Schlein continua a non comunicare” con lui, anche se si vocifera di “un loro scambio frequente di messaggi”. E Calenda? “Pure lui punta a quel bacino elettorale, benché lui sì che comunichi (sic, ndr) ogni tanto con la segretaria”. E comunque, sul “caso Conte, “più di tanto il Pd non si spinge” (ri-sic).

Classe dirigente. Quelli che disprezzano i lavoratori. Santanchè, amici in banca: mai saldati debiti da 2,5 mln.

ANALISI DI BANKITALIA – Nell’inchiesta sui bilanci falsi la mappa dei finanziamentitra 2014 e 2023 da Intesa Sanpaolo, Popolare di Sondrio, CreVal e Banco Bpm.

 

(NICOLA BORZI, THOMAS MACKINSON E DAVIDE MILOSA – ilfattoquotidiano.it)

“Abbiamo una banca”: ricordate? Era la fine del 2005, ai tempi della scalata Bnl, quando l’allora segretario del Pd, Piero Fassino, e Giovanni Consorte, presidente di Unipol, esultavano al telefono con una frase intercettata e poi spiattellata sul Giornale dei Berlusconi. Quasi vent’anni dopo si scopre che c’è chi di “banche amiche” ne ha (avute) tante. Che hanno concesso prestiti a occhi chiusi anche quando i bilanci non erano tali da poterli rimborsare. 
Parliamo di Daniela Santanchè, oggi ministra del Turismo del governo Meloni, alle prese con indagini per falso in bilancio e truffa aggravata all’Inps. Nelle carte dell’inchiesta sul dissesto di Visibilia della Procura di Milano, gli ispettori della Banca d’Italia e il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF hanno ricostruito le operazioni bancarie con cui il gruppo, già dissestato, ha potuto tirare a campare per anni.

I militari ucraini si arrendono in massa.

Elezioni europee, l'occasione per stanare i partiti sul tema della guerr...

Levante 18.04.2024 Israele contro tutti?

Colonia Italia: da Capri si sferra l’attacco alla libera informazione

 https://comedonchisciotte.org

 

 

 

SEGRETARIO BLINKEN:

Google licenzia 28 dipendenti dopo che hanno protestato contro accordo con Israele

 https://t.me/tutti_i_fatti/36244


 👎🏻28 dipendenti di Google sono stati licenziati dopo che gli stessi hanno protestato contro gli accordi che il colosso del web avrebbe siglato con il governo israeliano.

💲Il progetto in questione si chiama Nimbus, e prevede il pagamento, da parte di Israele, di 1,2 miliardi di dollari a Google in cambio dell'utilizzo di servizi legati al cloud computing.

✊🏻Le proteste dei dipendenti di Google si sono svolte in due frangenti: a New York è andata in campo una protesta in un'area comune dell'azienda, mentre a Sunnyvale, in California, è stato occupato dai dipendenti l'ufficio del CEO di Google Cloud, Thomas Kurian.

▪️Già un mese fa era stato licenziato un lavoratore, nel quadro delle proteste contro Israele.

giovedì 18 aprile 2024

Forze russe distruggono un posto di comando ucraino e due lanciamissili S-300: uccisi circa 590 soldati

 https://www.fattieavvenimenti.it

 

Le forze russe hanno migliorato le loro posizioni in prima linea e hanno respinto un contrattacco dell’esercito ucraino nell’area di Donetsk, dove il nemico ieri ha perso circa 590 soldati 

Lo ha riferito oggi giovedì 18 aprile il ministero della difesa russo. “Nelle ultime 24 ore, aerei operativi/tattici, truppe missilistiche e artiglieria dei gruppi di forze russi hanno distrutto un posto di comando del Comando Operativo Nord dell’Ucraina, due lanciatori con illuminazione del bersaglio e radar di guida di un S-300 di superficie. un sistema missilistico aereo, un deposito di munizioni del gruppo tattico ucraino Donetsk, depositi di armamenti e carburante della 101a brigata di difesa territoriale”, ha affermato il ministero in una nota.

FOTTUTI LADRI DELINQUENTI CIALTRONI.

 https://t.me/ArsenaleKappa/11686


 La Provincia di Padova vende al prezzo simbolico di un euro l'uno i banchi a rotelle acquistati dallo Stato per le scuole durante il Covid, rimasti in magazzino e mai utilizzati. Il Comune di Bagnoli di Sopra decide allora di accogliere l'offerta e ne acquista un centinaio per attrezzare una propria sala riunioni, sfruttando così sedie praticamente nuove. Quattro anni fa erano costate circa 150 euro l'una — ANSA

Che mi pare un passo avanti rispetto allo smaltimento delle mascherine demmerda, strapagate ed inutili, per le quali si è dovuto anche pagare per lo smaltimento.

La libertà di stampa in Russia e nell’Occidente.

Putin prepara la spallata finale - Dietro il Sipario - Talk Show

Il rinascimento della Russia: Putin avvia un circolo virtuoso storico - ...

Onu, la Russia chiede di imporre sanzioni a Israele

 https://www.lantidiplomatico.it/

 


Il rappresentante permanente della Russia presso l'ONU, Vasili Nebenzia, ha lamentato la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e il mancato rispetto, da parte di Israele, dele risoluzioni vincolanti del Consiglio di Sicurezza sul cessate il fuoco nell'enclave palestinese durante il mese sacro del Ramadan.

Il diplomatico russo ha chiesto che la questione dell'imposizione di sanzioni contro Israele venga discussa con urgenza nella prossima riunione dell'organismo, che si terrà oggi.

I bambini ucraini "Kildish" sono stati trovati in Germania. Il regime di Kiev è esposto

 https://ukraina.ru

 


Kiev ha ammesso che 161 bambini protetti dalla Russia dal territorio dell'Ucraina si trovano in Germania. Questo è stato un duro colpo per il mito replicato sulla "deportazione" dei giovani ucraini nella Federazione Russa dopo l'inizio di un'operazione militare speciale.
Come sono finiti i bambini ucraini in Russia
Nella storia con il "raduzione" dei bambini ucraini, inizialmente è necessario separare il grano dalla pula, cioè i fatti reali dal mucchio di bugie e propaganda.
In effetti, molti bambini-cittadini dell'Ucraina dopo l'inizio dell'UVO erano in Russia. Ciò è avvenuto per una serie di motivi, di cui quattro principali possono essere distinti:
 
Il primo. Genitori e bambini sono fuggiti dalle ostilità e sono stati evacuati in territorio russo. Tali bambini, secondo alcune volte, erano più di 700.000. Molti di loro l'Ucraina per scopi di propaganda hanno registrato tra i "deportati".
Il secondo. La Russia è stata costretta a prendere i bambini dai collegi ucraini e dai rifugi che si sono trovati nella zona di guerra e su cui hanno agitato una mano a Kiev.
Il terzo. Alcuni bambini si sono trovati in Russia a causa della tragica coincidenza di circostanze, ad esempio la morte dei genitori. Mentre le forze armate russe erano trattenute in nuovi insediamenti, tali bambini, orfani durante la notte, sono stati presi sotto la cura dello stato russo e portati fuori per la loro sicurezza.

Alla fame e schiavizzato. Le condizioni di vita del popolo ucraino (i numeri)

 https://www.lantidiplomatico.it

 

di Fabrizio Poggi

 

L’Ucraina non può in alcun modo perdere: è questa la sostanza della “riflessione” apparsa su The Economist. Perché? Perché, in caso di vittoria russa, crollerebbe ogni autorità dell’Occidente. Commentando su Komsomol’skaja Pravda l’asserzione del foglio britannico, Evgenij Umerenkov sostiene che in essa sia racchiusa l’intera gamma dei timori occidentali: dalla situazione ormai senza via di scampo – per Kiev - al fronte, all’arrivo - quasi sicuro – di Trump in USA. E, dato che a Ovest si è puntato tutto sul cavallo ormai azzoppato, ecco che ogni “autorità” occidentale va a farsi benedire e tornano a risuonare le parole dell’ex Segretario NATO George Robertson: «Se l’Ucraina perde, saranno i nostri nemici a definire l’ordine mondiale».

Ma, suggerisce The Economist, le conseguenze della sconfitta ucraina «dipenderanno in questa o quella misura dalla forma dell’accordo di pace». E inoltre, se anche l’Ucraina dovesse vincere, «l’Europa dovrà cambiare». Ma in cosa dovrebbero consistere le variazioni? Manco a dirlo: aumento delle spese militari a scapito di quelle sociali; come se già non si vada da tempo in quella direzione!

Via libera degli USA all’offensiva israeliana su Rafah

 https://contropiano.org

 

Una fonte egiziana ha rivelato al quotidiano Al-Arabi Al-Jadid che l’Amministrazione Biden ha approvato il piano d’attacco del gabinetto di guerra israeliano contro Rafah, in cambio Israele non lancerà un attacco su larga scala all’Iran. Inoltre funzionari americani hanno detto alla rete ABC che Israele non attaccherà Teheran prima della fine della Pasqua ebraica (22-29 aprile).

Al Arabi Al Jadid aggiunge le forze egiziane nel Nord Sinai sono in piena allerta lungo il confine con la Striscia di Gaza per far fronte allo scenario di un’invasione di Rafah. Il Cairo è in allarme da lunedì scorso, da dopo i colloqui avuti con Israele relativi proprio ai preparativi per la nuova fase dell’offensiva militare nel sud di Gaza.

La censura di Montagna di Zucchero (Zuckerberg)

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Ancora una volta Facebook e la sua schiera di censori umani, disumani e automatici ha segregato nel limbo un link al mio blog perché “potrebbe violare le regole della community” una formula chiaramente ideata per deficienti. Di certo non me ne preoccupo, non sarà né la prima, né l’ultima volta, ma da quel che mi pare di capire dal linguaggio vago e totalmente evasivo di Facebook, l’articolo che ha attirato l’attenzione dei censori è uno di quelli sulla reazione iraniana alla provocazione di Tel Aviv che ha bombardato l0 ambasciata di Teheran a Damasco potrebbe in qualche modo esortare alla violenza.

Ora questo è davvero grottesco e intollerabile dal momento in cui – cosa inedita nell’intera storia umana – possiamo vedere un genocidio trasmesso in diretta 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in tutto il pianeta. Va bene che il proprietario di Facebook, il cui nome vuol dire montagna di zucchero, non è solo un ladro di idee che ha rubato ai suoi compagni di università le tecnolohie di Facebbok, ma è anche un uomo della Cia, che ha fatto fortuna grazie all’agenzia che aveva bisogno di un sistema di controllo planetario da gestire dall’interno, ed infine è pure un sionista dichiarato visto che secondo Forbes è uno dei donatori più in vista per il sostegno al governo Netanyahu, un ipocrita senza speranza e forse anche un po’ cretino il quale a fine ottobre dello scorso anno – a stragi di palestinesi già iniziate –  dichiarava “gli attacchi terroristici di Hamas sono pura malvagità. Non c’è mai alcuna giustificazione per il compimento di atti terroristici contro persone innocenti”.  Ecco appunto… compresi gli israeliani fatti fuori dalle loro stesse truppe per via di una direttiva dell’età della pietra.

La teoria dei pazzi

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Quando si è a corto di idee e di prospettive, quando ci si è cacciati in un vicolo cieco dal quale non si riesce ad uscire, quando non si sa più come giustificare i propri atti, allora l’unica maniera è fingersi pazzi. La speranza è quella che gli altri si impauriscano di fronte ad azioni prive di qualunque logica, inaspettate e in pratica suicide. Così, per esempio, Israele cerca di ritrovare una sua deterrenza minacciando una ritorsione dopo che l’Iran ha dimostrato di poter saturare le sue difese aeree  e dopo che sette missili ipersonici, la totalità di quelli lanciati, sono passati indenni da tutta la contraerea Nato messa assieme. Se Teheran dopo la prima ondata di droni dei quali aveva peraltro avvisato tutte le capitali che contano e persino il direttore della Cia, ne avesse prevista un’altra, cosa assolutamente nelle sue possibilità, Israele si sarebbe trovata senza difese. A maggior ragione un attacco senza preavviso e portato su diverse ondate metterebbe in ginocchio il governo sionista  e tuttavia Netanyahu spera che facendo il pazzo, promettendo vendetta anche se questo significa esporre la propria gente a una distruzione di massa,  gli altri si intimoriscano perché non hanno modo di contrattare e di mediare con un folle al comando.

Una nuova era glaciale

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di Paolo Ernani

Stiamo precipitando in una profonda mini era glaciale”, dice l’astrofisico britannico Piers Corbyn, “e non c’è via d’uscita”.

Per i prossimi 20 anni diventerà sempre più freddo, in media, dice Corbyn che ha conseguito un B.Sc. in Fisica e un M.Sc. in Astrofisica. La corrente a getto sarà più ondulata: ci saranno molti più sbalzi di temperatura, più eventi con grandine, più terremoti, più eventi estremi vulcanici, più neve negli inverni, estati pessime, tarde primavere, autunni brevi e sempre più fallimenti dei raccolti.
“Il fatto è che il sole governa la temperatura del mare e la temperatura del mare governa il clima“, spiega Corbyn.
“Quello che sta accadendo adesso è l’inizio di una Mini Era Glaciale … che ha avuto inizio intorno al 2013. È stato un inizio lento ma ora il ritmo di passaggio alla Mini Era Glaciale sta accelerando.
Piccola era glaciale innescata dal ghiaccio marino artico
La piccola era glaciale (LIA) è stata innescata da un grande deflusso di ghiaccio marino dall’Oceano Artico nel Nord Atlantico, secondo i risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances.

COS’È IL “CLOUD SEEDING”, UNA DELLE POSSIBILI CAUSE DELLE PIOGGE DEVASTANTI A DUBAI

 https://www.nogeoingegneria.com

 

Giacomo Talignani si pone questa domanda su La Repubblica.

In 24 ore caduta l’acqua che solitamente cade in un anno e mezzo. Negli Emirati mai piogge così intense negli ultimi 75 anni. Un meteorologo suggerisce il possibile impatto dell’inseminazione artificiale delle nuvole, ma le autorità negano. E altri esperti ricordano il peso dei cambiamenti climatici. 

Un evento intenso ed eccezionale legato alla crisi climatica di origine antropica oppure colpa dell’uomo che “ha giocato a fare Dio?”. Lincredibile quantità di pioggia che è caduta della città desertica di Dubai in sole 24 ore – oltre 119 mm, praticamente più della acqua che è prevista normalmente in un anno e mezzo – apre a più interrogativi sul perché in queste ore una zona mediorientale caratterizzata da scarse precipitazione sia stata colpita dalle “piogge più intense…

Auto elettriche, Bruxelles in retromarcia: l’addio alla benzina è un miraggio

 https://www.lindipendente.online

 

Le vendite crescono a rilento, le colonnine di ricarica sono poche e maldistribuite, la capacità di reagire ad eventuali blackout di rete non adeguata, la catena di approvvigionamento delle batterie del tutto dipendente dalle importazioni: questo l’impietoso quadro sullo stato delle auto elettriche in Europa dipinto dagli stessi funzionari della direzione generale Mercato interno e industria della Commissione Europea. L’avvertimento è chiaro e getta un’ombra dinnanzi all’entusiasmo “green” sbandierato fino ad oggi dalle autorità europee: l’Europa è lontana dall’essere pronta per vietare i motori a combustione. Secondo quanto stabilito dal “Green Deal” in tutta Europa l’addio ai veicoli a benzina e diesel è fissato per il 2035, ma l’allarme lanciato dalla Commissione lascia presagire che il termine fissato potrebbe tornare in discussione.

A segnalare il sostanziale ritardo nei tempi di sviluppo della cosiddetta Route35 è il Commissario francese della direzione generale Mercato interno e industria Thierry Breton, che con un post su X fa notare polemicamente come gli obiettivi del «Green Deal non verranno raggiunti con la bacchetta magica», ma con i necessari aggiustamenti di sorta.

Sanità, in 2 anni 32.500 posti in meno negli ospedali

 https://www.imolaoggi.it/

 

letto ospedale

ROMA, 18 APR – Dal 2020 al 2022 negli ospedali italiani sono stati tagliati 32.500 posti letto e fra il 2019 e 2022 oltre 11.000 medici hanno lasciato le strutture pubbliche. Diminuiscono anche i nosocomi: in 10 anni ne sono stati chiusi 95 (9%). E le risorse sono sempre meno: nel 2024, il finanziamento del Fondo sanitario è aumentato in termini assoluti rispetto al 2021 ma è diminuito rispetto al Pil ed è eroso dall’inflazione. I dati sono presentati dalle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari (FoSSC), che chiedono al governo una “grande riforma strutturale e misure urgenti per salvare il Ssn. A rischio le cure per tutti”. (ANSA)

India. Il Kerala cristiano e comunista è l'isola felice dell'India. Dove Modi non sbanca.

Narendra Modi si appresta a stravincere le elezioni del 19 aprile, le più imponenti che la storia umana ricordi, grazie al miliardo di elettori chiamati alle urne. Ma non prenderà seggi in una delle regioni più ricche e femministe del Paese.

 

lespresso.it Antonio Ortoleva 

Il primo ministro ultra-indù Narendra Modi, al potere da dieci anni, si appresta a governare l’India per altri cinque. È il favorito alla vigilia della più gigantesca tornata elettorale della storia umana: un miliardo di votanti (967 milioni), chiamati alle urne dal 19 aprile nel milione e 200 mila seggi aperti in tempi diversi per quasi un mese e mezzo. Modi è favorito perché l’opposizione di centrosinistra - una coalizione di 28 partiti, denominata con l’acronimo India e capeggiata dal leader laburista Rahul Gandhi, figlio dell’italiana Sonya e nipote di Indira - non mostra segni di ripresa, semmai ancora di debolezza. Nel novembre scorso, tre Stati su quattro sono andati al partito di governo, compreso il grande Rajasthan, roccaforte del Congress. 
Modi è favorito in particolare per aver gestito il potere, secondo la stampa internazionale, come un despota. Il controllo su giornali (ancora ad alta tiratura) e tv, la vicinanza a procure e tribunali, l’arresto di leader dell’opposizione, come il primo ministro dello Stato di Delhi, Arvind Kejriwal, una sorta di Beppe Grillo indiano, celebre per le sue battaglie contro la corruzione, hanno provocato malumori nelle cancellerie europee e a Washington, proteste in piazza con vittime e arresti. 
Nel report annuale degli esperti dell’Economist sullo stato della democrazia del mondo, l’India ha perso molte posizioni scivolando nella zona delle autocrazie fra il Niger e la Costa d’Avorio.

Pro vita, assunzioni (e Brunetta): dietro il Pnrr un decreto horror

Il decreto che sarà approvato dalla Camera è diventato il solito Frankenstein di norme. Con la scusa dell’attuazione del Piano si fanno favori a lobby o presidenti amici.

 

(STEFANO IANNACCONE – editorialedomani.it)

Un battito d’ali al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro provocherebbe disastri al Piano nazionale di ripresa e resilienza. E allora per attuare il Pnrr il governo ha pensato bene di garantire uno stipendio a Renato Brunetta, nel ruolo di presidente del Cnel. Non ha altra spiegazione, altrimenti, la norma inserita e difesa strenuamente nel decreto Pnrr quater, che sarà approvato dalla Camera nelle prossime ore. Il via libera è scontato, nonostante la dura opposizione in Parlamento. Ed è questa solo una delle tante norme infilate in un provvedimento, che nel complesso è stato fortemente voluto dal ministro Raffaele Fitto, per aumentare il proprio potere sulla realizzazione del Piano.

E tra un articolo e l’altro, il testo è diventato il solito Frankenstein. Una marmellata di leggine che diventano favori delle lobby più vicine – come le associazioni pro-vita che possono entrare nei consultori – o servono a finanziare misure spot, come i centri di accoglienza in Albania. Oltre ad accontentare qualche presidente amico, come nel caso del Cnel. Mascherando i tagli ai vari progetti.

L’approfondimento giornaliero dell’operazione militare speciale. 18 apri...